L’ultimo sondaggio Tecnè del 18 marzo 2019 commissionato da Forza Italia e da tutto l’entourage di Silvio Berlusconi, riporta le seguenti novità da prendere in considerazione: maggioranza M5S-Lega al 53 per cento, in forte crescita il Partito Democratico, in discesa Forza Italia. Per quanto concerne la nota metodologica, questa rilevazione sondaggistica è stata realizzata mediante una serie di tecniche miste (Cawi-Cami-Cati) su un campione rappresentativo e probabilistico di 1000 utenti tutti maggiorenni con un margine di errore statistico che ammonterebbe intorno al 3,0%.

Il governo M5S-Lega gode del 53,0% dei consensi nazionali

Partiamo dalla maggioranza di governo presieduta dal presidente Giuseppe Conte. Complessivamente essa sarebbe suffragata ancora da un alto indice di gradimento popolare dal momento che insieme le due forze politiche (Lega e M5S) raggiungerebbero il 53,0% delle preferenze elettorali. Ma, rispetto al mese scorso, ambedue i partiti, sia il M5S che la Lega, sarebbero adesso in calo.

Il progetto politico fondato dal capo comico genovese Beppe Grillo, si attesterebbe intorno al 22% dei consensi nazionali, più esattamente al 21,8% dei voti elettorali. Mentre la Lega del vicepremier Salvini, dopo la forte ascesa elettorale goduta in questi ultimi mesi, starebbe cominciando a mostrare qualche segno di peggioramento da non sottovalutare.

Essa è ancora al di sopra del 30%, ma rispetto al 33/34% di cui godeva nelle precedenti rilevazioni statistiche, adesso il Carroccio sarebbe calato al 32,0% (= 31,8%) dei suffragi elettorali.

Il Pd in forte crescita, stabile FdI, in lievissimo capo il movimento del Cavaliere

Per quanto riguarda i movimenti politici dell’opposizione parlamentare, Forza Italia sarebbe in lievissimo calo, Fratelli d’Italia tutto sommato stabile, mentre il Partito Democratico ha cominciato la sua ascesa.

Il movimento di Silvio Berlusconi rispetto al mese scorso non avrebbe perso granché, dato che sarebbe accreditato dell’11,9% dei consensi popolari, mentre a Febbraio si attestava intorno al 12,0%. Il movimento nazionalista di Giorgia Meloni sarebbe rimasto fermo al 4,4% dei consensi popolari, mentre il Partito Democratico del nuovo segretario Zingaretti sarebbe salito in un mese dal 16,9% al 20,4% delle preferenze nazionali.

Infine, tutti gli altri partiti minori (sia quelli presenti ma anche quelli non presenti in Parlamento) sarebbero accreditati sommati tutti insieme al 10,3% (-0,2%) dei consensi elettorali.