Sul TAV è scattata la tregua, anche se armata, nel governo gialloverde. Per il momento resta tutto congelato, anche se il M5S canta vittoria per lo scampato pericolo di una crisi dell’esecutivo e per il blocco della grande opera che, in realtà, è ancora tutto da confermare. Ad uscire con le ossa rotte da questa tornata di incontri, colloqui e tavole rotonde è stato, almeno secondo l’opinione di Marco Travaglio, il leader della Lega Matteo Salvini il quale, a detta del direttore del Fatto Quotidiano, avrebbe una paura enorme di rompere con i pentastellati perché non avrebbe alcuna intenzione di gettarsi nuovamente “tra le grinfie putrescenti di Berlusconi”.
L’editoriale di Marco Travaglio che inchioda Matteo Salvini
All’indomani della decisione di rinviare nuovamente la scelta finale sul destino del Tav Torino-Lione, Marco Travaglio decide di vergare un editoriale nel quale, esaminando la situazione, finisce per prendersela, come sempre più spesso gli capita, con Matteo Salvini. Secondo il direttore del Fatto “la partita del Tav” non sarebbe affatto conclusa, anche se, almeno per il momento, è il M5S ad esultare perché la semplice minaccia di una “crisi di governo” avrebbe indotto Salvini a “tornare a cuccia”. Secondo Travaglio, il capitano leghista sarebbe letteralmente “spaventato a morte” dall’ipotesi di andare a nuove elezioni che, scrive, “lo riporterebbero fra le grinfie putrescenti di Berlusconi”.
Eventualità che il ministro dell’Interno vorrebbe invece assolutamente evitare. Insomma, quello di Salvini secondo Travaglio era solo un “bluff”.
‘Salvini spaventato a morte dal voto sul caso Diciotti’
Per Marco Travaglio la tregua nel governo sul Tav dimostra con evidenza che “il voto non terrorizza solo il M5S declinante nei sondaggi”, ma anche la Lega salviniana, visto che il “ritorno ad Arcore” le farebbe perdere almeno 7-8 punti percentuali nei sondaggi.
Certo, per il momento non ci sono stati né vinti né vincitori sul Tav, e la strada per bloccare definitivamente l’opera è “tutta in salita” per i pentastellati i quali, però, possono contare anche sul fatto che Matteo Salvini, in caso di crisi di governo, teme il “liberi tutti” in Senato prima del voto sul caso Diciotti per il quale potrebbe finire a processo con l’accusa di sequestro di persona.
Una eventualità che lo “spaventa a morte”, secondo il noto giornalista. Insomma, per concludere, la tesi di Travaglio è che Salvini non avrà mai il coraggio di strappare con i 5 Stelle solo per colpa del Tav.