La notizia dell’inchiesta sulla Sanità in umbria, che ha portato all’arresto, tra gli altri, del segretario regionale del Partito Democratico Gianpiero Bocci e dell’assessore alla Salute della giunta regionale guidata da Catiuscia Marini (anche lei indagata), Luca Barberini, rappresenta un colpo durissimo per le aspirazioni del nuovo Pd guidato da Nicola Zingaretti di tornare protagonista della scena politica italiana. Logico che su questo succulento pasto mediatico dovessero gettarsi come avvoltoi tutti gli oppositori dei Dem a partire, naturalmente, da Matteo Salvini e da tutto il M5S.
Ma le reazioni sui social ai nuovi arresti Democratici non si contano. Tra le tante, degna di nota è sicuramente quella di Alessandra Mussolini, la nipote del Duce che si scaglia contro il modello politico alimentato dalla sinistra.
I particolari dell’inchiesta di Perugia
L’inchiesta condotta dalla procura di Perugia rischia seriamente di estromettere il Pd anche da una delle sue ultime roccaforti che un tempo venivano identificate come ‘rosse’. La Regione Umbria guidata da Catiuscia Marini sembrava infatti una delle poche a poter sperare di reggere all’onda lunga dell’espansione leghista anche nel Centro Italia. Ma l’inchiesta perugina, che ha scoperchiato un nauseabondo giro di interessi gravitanti intorno alle nomine e al controllo della Sanità regionale, fa traballare la giunta piddina.
Secondo gli inquirenti, le persone coinvolte nell’inchiesta - tra cui i tre pezzi grossi del Pd Catiuscia Marini (indagata), Gianpiero Bocci e Luca Barberini (agli arresti domiciliari) - avrebbero “condizionato e sostanzialmente falsato le procedure di selezione del personale dell'Azienda ospedaliera” perugina, alterando almeno 11 concorsi destinati ai medici.
Le accuse rivolte a vario titolo agli indagati sono quelle di “abuso d'ufficio, rivelazione del segreto d'ufficio, favoreggiamento e falso”.
Poco importa speculare sulle vicende giudiziarie umbre #PD; indigna sapere che vergognose logiche di potere abbiano escluso medici migliori. Questo è il modello che la sinistra ha alimentato, questo è il modello che la buona politica - non la magistratura - deve abbattere #UMBRIA
— Alessandra Mussolini (@Ale_Mussolini_) 13 aprile 2019
Le reazioni della Mussolini, di Salvini e del M5S
Tra le innumerevoli ed immediate reazioni politiche alla notizia del nuovo terremoto giudiziario che coinvolge membri di spicco del Pd, una delle più incisive è quella cinguettata su Twitter da Alessandra mussolini.
“Poco importa speculare sulle vicende giudiziarie umbre del Pd - twitta la nipote di Benito proprio con l’intento di speculare - indigna sapere che vergognose logiche di potere abbiano escluso medici migliori. Questo è il modello che la sinistra ha alimentato, questo è il modello che la buona politica, non la magistratura, deve abbattere”.
Anche Matteo Salvini decide di picchiare duro, ma facendo finta di mantenere una distanza istituzionale dai fatti. “Senza entrare nel merito degli ultimi arresti - scrive su Facebook il capitano leghista - i cittadini dell’Umbria sono malgovernati da troppo tempo: elezioni regionali subito”. Speculare anche l’intervento del M5S che prima parla di “fine del regimetto opaco che sin dal 1970 ha governato e sgovernato l’Umbria”, e poi si rivolge direttamente al povero Zingaretti chiedendogli in modo perentorio di cacciare dal partito le persone coinvolte nell’inchiesta.