Vittorio Feltri continua sulla sua linea. I suoi editoriali rappresentano alcuni tra i contenuti giornalistici che animano più discussioni. Merito di un pensiero espresso senza filtri e lontanissimo da pratiche politically correct. Il direttore di Libero, infatti, il suo parere senza filtri, senza curarsi di poter urtare la sensibilità di qualcuno. Ne vengono fuori articoli che non mancano di sollevare rabbia e indignazione, ma che, a volte, al di là dei toni rappresentano mera analisi dei dati. E' il caso ad esempio delle riflessioni sulla questione demografica italiana pubblicata qualche mese fa.
E', invece, prettamente un'opinione personale quella con cui, nei giorni scorsi, ha manifestato il proprio punto di vista polemico su quello che sarebbe l'atteggiamento della magistratura negli ultimi tempi verso una certa parte politica.
Feltri parla di 'tangentine'
Nelle idee di Feltri nell'operato della magistratura ci sarebbe un vero e proprio accanimento nei confronti di due partiti politici che rispondono al nome di Lega e Movimento Cinque Stelle.
Una sorta di esasperazione rispetto a quelle che sarebbero le reali presunte colpe di esponenti legati ai due maggiori partiti che compongono il centro-destra, almeno fino a come lo si conosceva un tempo. L'utilizzo dei termini operato da Vittorio Feltri sembra lasciare poco spazio alle interpretazioni. Nella sua chiave di lettura offerta, infatti, sembra ritenere incomprensibile quello che lui definisce "assedio" da parte della componente togata.
Le accuse "corruzione e roba simile" sarebbero quelle che sarebbero affibbiate a due partiti come, parole sue, "fossero bande di ladri consumati"."Tangentine da miserabili, aiutini da straccioni, furti di galline, promesse non sempre mantenute". Con queste espressioni Feltri sottolinea quelle che, per lui, sarebbero colpe da trattare quasi con minore enfasi mediatica.
Feltri parla di doni ricevuti
Nella sua interpretazione delle situazioni Feltri sottolinea come la politica "sia imperfetta come l'umanità", ma anche fatta di relazioni tra gente di ogni tipo. Un "do ut des" che, almeno nei pensieri di Feltri, dovrebbe non sempre giustificare accuse di corruzione. A quel punto, con un velo di ironia, Feltri si rivolge alla magistratura: "Mi autodenuncio, quale corrotto e corruttibile".
A quel punto elenca una serie di situazioni che potrebbero essere oggetto di valutazione, quali ad esempio le pressioni ricevute per fare articoli e recensioni. Racconta, ad esempio, come a Natale abbia ricevuto in dono vari panettoni che ha consumato insieme alla redazione. "La nostra - si chiede - è una redazione di banditi che fanno merenda a sbafo dopo aver leccato il c... a certe aziende?". A ciò aggiunge l'aver ricevuto in dono uno spuntante ottimo di Franciacorta dopo un articolo che omaggiava la tradizione e una culaccia squisita, sbranata in famiglia, donatagli dalla senatrice Bernini."Mi sono - si chiede ancora Feltri - forse venduto a lei?". Nell'edizione online di Libero è possibile trovare l'editoriale completo.