A Vittorio Sgarbi il taglio dei parlamentari non è proprio andato giù. Il suo primo intervento particolarmente duro era avvenuto direttamente all'interno della Camera dei Deputati. In quel caso, senza mezzi termini, aveva parlato di violenza del Parlamento da parte del Movimento Cinque Stelle e aveva ricordato come l'ultima volta che si era arrivati a ridurre il numero di rappresentanti del popolo era stato sotto la giurisdizione di Benito Mussolini. Un punto di vista che, seppur rivisto e con nuovi concetti, non ha mancato di ribadire da ospite della trasmissione Mediaset Stasera Italia, condotta da Barbara Palombelli.

Per il M5S il taglio dei parlamentari era essenziale

Vittorio Sgarbi è convinto che, di fatto, la scelta del Parlamento sia stata figlia unicamente della volontà di tenere in piedi la maggioranza. Qualora, infatti, il Movimento Cinque Stelle non avesse ricevuto appoggio alla propria idea di tagliare i parlamentari sarebbe potuto davvero saltare tutto. Questo è un pensiero che, in un certo senso, suscita lo sdegno del critico d'arte che attacca il Parlamento nella sua interezza. "È - afferma - un luogo profondamente disonesta che vedo l'opposto di quello che pensa e che ha venduto il Parlamento per il governo". Le sue parole hanno come bersaglio anche il Partito Democratico che, arrivato al governo con i grillini, avrebbe fatto dietrofront rispetto ad una sua posizione precedente.

"Tre volte - tuona Sgarbi - hanno votato contro la riduzione dei parlamentari, poi per tenere in piedi un governo di 211 delinquenti legati al padre di uno stupratore, hanno votato per cedere il Parlamento al governo. Non ha più senso neanche votare".

Sgarbi cita la Prima Repubblica e Cirino Pomicino

"Quella del taglio dei parlamentari può essere considerata un'eventualità agognata da buona parte della popolazione, ma Sgarbi sottolinea come non sia la cosa a cui si aspira.

"Il popolo - evidenzia - certo vuole la riduzione dei parlamentari. Il popolo vorrebbe anche votare e dire chi vuole". Secondo il deputato, inoltre, la scelta di rendere il voto palese ha favorito un'espressione che, per molti parlamentari, fosse diversa da ciò che in realtà pensavano. "Il voto - ha evidenziato - è stata la cosa più schifosa.

Ma anche quelli della Lega e Forza Italia. Tutti a dire di essere contrari alla riduzione e tutti hanno votato". A quel punto cita un precedente storico risalente ad un'altra fase della storia italiana facendo un paragone:: "Il voto ipocrita e la menzogna fu quella che fece anche la Prima Repubblica quando Cirino Pomicino votò per ridurre l'immunità parlamentare che divenne solo insindacabilità".