Il New York Times ha dedicato a Matteo Salvini un lungo articolo nel quale esamina le conseguenze di una vittoria in due Regioni tradizionalmente ostili alla Lega Nord come Emilia-Romagna e Calabria. Nonostante abbia perso la sua posizione e la presa sul Governo la scorsa estate, con l'esecutivo alla deriva e i partiti politici lacerati da divisioni interne e perdita di consenso, il centro di gravità della politica italiana sembra rimanere l'ex Ministro degli Interni e leader della Lega.
As chaos once again reigns over Italian politics, with the government adrift, political parties cratering, leaders quitting and new forces forming, Matteo Salvini remains the center of gravity around which everything revolves. https://t.co/VRwauOyDGZ
— Jason Horowitz (@jasondhorowitz) 22 gennaio 2020
Secondo il quotidiano statunitense, inoltre, Salvini è riuscito a diventare una specie di ossessione per i politici e media italiani; i suoi post su Facebook, Twitter, Instagram e TikTok costituiscono il principale punto di riferimento per i giornali del Paese.
Salvini al test delle regionali
L'Emilia-Romagna, per decenni emblema delle regioni rosse del Centro-Italia e la Calabria, parte di quel meridione dal quale la Lega fino a poco tempo fa chiedeva la secessione, saranno un test importante per il Carroccio. L'argomento centrale del New York Times è che se Salvini riesce a vincere in entrambe le Regioni può vincere ovunque.
Il successo della Lega costituisce un problema aperto per la coalizione di Governo dei suoi ex alleati del Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, come testimoniato dalle recenti dimissioni di Luigi Di Maio da coordinatore del Movimento 5 Stelle. Secondo Elly Schlein, una candidata locale, una vittoria della Lega significherebbe che la società ha valori diversi da prima e vuole un'alternativa.
Parimenti, una vittoria in Calabria sarebbe anche una chiara conferma della portata nazionale della Lega Salvini.
Altro elemento chiave della strategia nazionale consiste nell'aver provato a convincere i lavoratori frustrati delle città che la sinistra tradizionale li aveva abbandonati per i grandi interessi bancari e che lui è dalla parte dei lavoratori.
Sul piano comunicativo Salvini ha iniziato a indossare pantaloni e giacche di velluto a coste, maglioni e scarpe di camoscio tipicamente associati agli intellettuali di sinistra, simbolo del Partito Comunista che per tanti anni ha governato la Regione.
La risposta delle Sardine a Salvini
Mentre i leader nazionali del Partito Democratico hanno cercato di evitare di caratterizzare in modo nazionale le elezioni regionali, onde limitare i danni in caso di sconfitta, è arrivata la risposta delle Sardine, un movimento spontaneo, nato dal basso per opporsi al populismo di Salvini.
Dopo aver riempito la piazza principale di Bologna e lanciato una campagna con eventi in tutta Italia, i promotori prevedono di chiudere la campagna elettorale con un raduno al Papeete, l'ormai celebre beach club dove Salvini ha trascorso gran parte dell'estate e dal quale è partita la catena di eventi che ha portato alla caduta del primo Governo Conte.
La battaglia portata avanti dalle Sardine ha un carattere culturale e mira a fare in modo che i cittadini siano veramente Liberi Di Scegliere i propri rappresentanti senza le distorsioni informative determinate dalla propaganda populista. A tal proposito il quotidiano statunitense lascia intendere che i mass media tradizionali abbiano una rilevante responsabilità nell'assecondare la linea comunicativa di Salvini.
Salvini detta l'agenda ai giornalisti
L'articolo si conclude con un vero e proprio schiaffo alla stampa italiana, incapace di fare domande in modo indipendente ai politici e pronta recepire integralmente le direttive in merito agli argomenti di cui parlare.
Un feroce atto di accusa ai media italiani sulle pagine del più importante quotidiano mondiale.
— C.A. Carnevale-Maffè (@carloalberto) 22 gennaio 2020
La chiusa dell’articolo è uno schiaffo clamoroso alla piaggeria e all’inconsistenza dell’informazione che scodinzola dietro al giullare del momento. https://t.co/d9IKc4qCNB
Emblematico l'aneddoto del museo della marina di Cesenatico, quando i giornalisti italiani lo hanno supplicato e lui si è soffermato con loro per decidere quale sarebbe stato l'argomento di conversazione del giorno.
"Oggi non ho nemmeno letto i giornali", ha detto il signor Salvini, con gli occhi un po' vitrei, mentre si infilava delle mentine in bocca. Ha aperto il Corriere Della Sera sul cellulare e si è preso un minuto per scorrere il giornale mentre i giornalisti aspettavano in silenzio.
"Parliamo del processo e dei morti sulla strada", ha detto Salvini, fermandosi a raccogliere i suoi pensieri. "E andiamo". In seguito, gli hanno chiesto proprio del processo e dei morti sulla strada.