Il Mes continua a non convincere una fetta del M5S. Alcuni potrebbero votarlo senza troppa convinzione, altri rischiano di far saltare il governo votando contro. Lo scenario viene descritto da un articolo di Repubblica del 16 giugno a firma di Tommaso Ciriaco e Annalisa Cuzzocrea. Qualora non dovesse essere trovata una convergenza di idee in ambito grillino, esisterebbe già in estate il rischio di vivere un'altra stagione "calda" contrassegnata da polemiche. Era già successo nel 2019, con le note vicende che si associano alla presenza di Salvini al Papeete.

M5s in origine contrario al Mes

Nelle ultime settimane si è parlato del Mes come di un un possibile salvagente che può dare modo di investire sulla sanità. L'orizzonte visto dai pareri favorevoli è quello di un prestito miliardario con presupposti vantaggiosi. Il Fondo Salva Stati, nonostante le presunte condizioni agevolate con cui l'Europa sarebbe oggi disposta a dare accesso, non convince i grillini. Restano le perplessità legate alle condizionalità e al rischio di subire, alla lunga, un commissariamento economico e politico di Bruxelles. Di parere opposto è, invece, il Pd.

Crisi di governo possibile: Pd vuole Mes

Arriverà, però, il momento dell'eventuale voto e bisognerà fare la conta. Secondo Repubblica, Di Maio e tutti i ministri grillini, voteranno a favore dell'utilizzo del Mes.

In Senato, dove la maggioranza è meno ampia che alla Camera, ci sarebbero diversi incerti. Cinque senatori vengono considerati come "altamente a rischio" come possibili voti contrari, cinque "potenzialmente a rischio" e dieci "critici" con possibilità di essere convinti a esprimere preferenza a favore. È lo stesso quotidiano a dare i numeri, sottolineando come "potrebbe consumarsi una pericolosa scissione".

Si tratterebbe, secondo quanto evidenziato, di una prospettiva che rischierebbe di favorire l'ingresso in maggioranza di singoli parlamentari di Forza Italia.

Nel M5s ci sarebbe un certo fermento per provare a ricompattare il gruppo e si starebbe ritenendo utile l'eventuale opportunità di spostare il voto sul Mes a settembre.

Di certo sembra esserci che il Mes è un punto su cui il Pd non transige Nel pezzo, inoltre, si legge che in ambienti grillini e renziani si inizia a ipotizzare persino il nome di potenziali premier alternativi a Conte. In particolare si fa riferimento al presidente della Consulta Marta Cartabia o al magistrato Raffaele Cantone.

Secondo Repubblica sarebbero, inoltre, segnali di indifferenza ai potenziali dissidenti quelli lanciati da Conte. Il riferimento va alla dichiarazione con cui qualora dovesse tornare al suo lavoro si tornerebbe soddisfatto. Parole proferite in risposta ai sondaggi che lo considerano come potenziale fondatore di un nuovo partito.