Il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari solleva le prime polemiche appena dopo la chiusura delle urne, avvenuta alle ore 15:00 di lunedì 21 settembre. Tutti i dati parziali pubblicati dai maggiori organi di informazione concordano subito sul fatto che il al taglio dei parlamentari abbia vinto nettamente sul No. Più del 60% contro meno del 40% secondo i primi exit polls. A risultato ufficiale non ancora acquisito, però, è l’ex senatore del M5S, Gregorio De Falco, a denunciare quella che chiama una “truffa elettorale”. Secondo De Falco, infatti, sarebbe stato impossibile sventare la vittoria del Sì a causa delle troppe apparizioni tv concesse negli ultimi giorni ai sostenitori del taglio.

Sulla sua scia si inserisce il deputato della Lega, Edoardo Rixi, secondo il quale con la vittoria del Sì il parlamento non potrà eleggere il prossimo presidente della Repubblica.

Referendum, le dichiarazioni di De Falco contro la vittoria del Sì

Quando il dato sulla vittoria del al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari sembra ormai acquisito, anche se non ufficiale, Gregorio De Falco decide di sparare una bordata contro i suoi ex compagni del M5S, principali sostenitori delle ragioni del taglio. Raggiunto dalla Adnkronos, l’ex capo sezione operativa della Capitaneria di Porto di Livorno ai tempi del naufragio della nave da crociera Costa Concordia nel 2012, va subito al punto della questione.

A suo modo di vedere, infatti, l’affermazione del Sì al referendumnon poteva essere sventata, perché è stata una vera e propria truffa elettorale”. De Falco motiva le sue accuse ricordando che negli ultimi giorni sarebbero apparsi in televisione tre sostenitori del Sì (Luigi Di Maio, Vito Crimi e Matteo Salvini) e “nessun esponente del No”.

‘Vittoria Sì è restaurazione oligarchica’

Il pensiero di De Falco corre poi a tutti quegli elettori, indecisi fino all’ultimo momento, che alla fine hanno optato per il Sì al referendum, ritenendo “erroneamente che quello fosse un voto per il cambiamento”. E, invece, conclude il militare e senatore del Gruppo Misto, si tratterebbe di una “restaurazione oligarchica” perché, con la riduzione da 945 a 600 parlamentari, “sarà sempre più difficile fare Politica, se non alle condizioni dettate dai partiti dell’establishment”.

I dubbi di Rixi sull’elezione del Capo dello Stato

Se i dubbi e le perplessità di Gregorio De Falco sulla vittoria del Sì al referendum sono pesanti, non da meno lo sono le parole di Edoardo Rixi. Il deputato ligure della Lega di Salvini, commentando i primi dati sullo spoglio delle schede, afferma che “di fronte all'affermazione del al referendum il dato che appare chiaro è che l'attuale parlamento non può votare il presidente della Repubblica”. Rixi spiega che, con soli 600 parlamentari, ci troveremmo di fronte ad un “collegio di voti decisamente diverso” necessario per eleggere il successore di Sergio Mattarella.