Vilipendio al Capo dello Stato. È l'accusa per la quale il sottosegretario Carlo Sibillia è stato rinviato a giudizio. La motivazione risiede nelle espressioni con cui, attraverso un tweet, si rivolse all'allora presidente della Repubblica. Era il 2014.
Stato - Mafia: Napolitano doveva testimoniare
Carlo Sibillia è un esponente del Movimento 5 Stelle. Oggi ricopre la carica di sottosegretario presso il Ministero dell'Interno. Un suo post finì al centro di alcune discussioni poiché chiamava in causa il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nelle settimane che precedevano quella che sarebbe stata la sua testimonianza nell'ambito del processo sulla trattativa Stato-Mafia.
"Perché - c'era scritto nel tweet incriminato - secondo voi impediscono agli scagnozzi Riina e Bagarella di vedere il boss? #trattativastato mafia".
Quesito avanzato dopo che i giudici della Corte d'Assise di Palermo avevano respinto la richiesta di alcuni imputati, tra cui le figure di spicco citate nel post, di assistere alla testimonianza di Giorgio Napolitano.
La difesa afferma che tweet non era rivolto alla Presidenza
Quella frase è stata ritenuta lesiva nei confronti dell'onore e del prestigio del presidente della Repubblica da parte della Procura di Roma. Il sottosegretario dovrà perciò essere sottoposto a regolare processo presso il tribunale monocratico. Adesso si sa anche che il gup ha disposto l'inizio delle udienze per il prossimo 16 dicembre.
Sulla questione l'Adnkronos riporta le dichiarazioni del difensore di Sibilia Mattia Alfano. L'avvocato mette in evidenza come il pensiero reso pubblico dal suo assistito non si riferiva alla figura dell'allora presidente della Repubblica, bensì al privato cittadino. Circostanze che, secondo la difesa, descrivono una dichiarazione rientrante nei parametri della critica Politica.
Mentre "la rispettabilità di Giorgio Napolitano", come sottolinea Alfano, "non è mai stata messa in dubbio". Sono arrivate anche le parole del diretto interessato. "Parliamo - ha sottolineato - della denuncia di un privato cittadino che verrà dibattuta nelle sedi opportune". Sibilia ha, inoltre, manifestato la propria posizione che è quella di chi è da sempre schierato dalla parte e a difesa delle istituzioni. "Il mio - ha proseguito - era un giudizio politico e nulla aveva a che fare con il ruolo e l'onorabilità della carica del Presidente della Repubblica".