Nessun nuovo Dpcm, salvo sorprese, sarà emanato entro la fine del mese di novembre. Quello attuale è in vigore dal 5 e sarà valido fino al 3 dicembre. La gradualità delle misure applicabile attraverso le ordinanze del Ministero della Salute (con eventuali aggiornamenti bi-settimanali) assicura la capacità di dosare le restrizioni in base al quadro epidemiologico delle zone. Come è noto, quest'ultime, possono essere rosse, arancioni o gialle. Non resta perciò che chiedersi cosa potrà accadere a dicembre, ricordando come le prossime disposizioni potrebbero riguardare anche le festività natalizie.

E filtrano le prime indiscrezioni che parlano di allentamenti in alcune precise condizioni. Tuttavia, per avere avere misure meno rigide occorre un presupposto fondamentale: che i primi segnali positivi trovino conferma nell'evoluzione epidemiologica delle prossime settimane.

Dpcm: resterebbe la divisione per zone

Il modus operandi dovrebbe essere contraddistinto dalla prosecuzione della divisione in tre zone dell'Italia. Una catalogazione che resterà dipendente dalle valutazione di carattere epidemiologico-scientifico e dalle conseguenti ordinanze del Ministero della Salute. E le aree che dovessero restare arancioni o rosse non devono aspettarsi un grande allentamento della morsa restrittiva finalizzata al contenimento del contagio.

Il governo e gli esperti, tuttavia, si augurano che in quante più parti possibili del Paese si possa riportare l'indice Rt vicino a 1 (magari anche sotto) e il rapporto di nuovi positivi per tamponi ad una percentuale attorno (meglio inferiore al 14%). Viene individuato proprio in questi due numeri i traguardi che potrebbero segnare l'inizio della discesa della curva del contagio.

Ovviamente destinata ad essere più lenta rispetto a quanto non sarebbe stato un lockdown.

Coronavirus: il Natale resta un'incognita, obiettivo 'zona gialla' per le Regioni

In ogni caso, anche se dicembre corrisponderà all'arrivo delle festività natalizie è vietato aspettarsi la possibilità di fare feste. Banchetti e buffet resteranno off limits e da più parti si mormora che per i cenoni e i pranzi delle date festive si arriverà ad indicare un numero massimo di partecipanti.

Da valutare, eventualmente, se si tratterà di un parametro "fortemente raccomandato", locuzione già utilizzata per altri Dpcm, o si utilizzerà un'altra strategia. Pare che gli scienziati siano già al corrente del fatto che, tra le mura domestiche degli italiani, lo Stato, come la Costituzione impone, non può andare oltre le raccomandazioni.

Solo, eventualmente, il divieto di circolazione (esistente ad esempio nelle zone rosse o in tutta Italia di notte) potrebbe essere un deterrente agli spostamenti tra un'abitazione e un'altra se questa, ad esempio, non appartiene ad un parente stretto. Pare, però, che Conte e i suoi non abbiano particolare intenzione di regolamentare incontri natalizi attraverso i vincoli parentali, alla luce del fatto che molti rapporti affettivi non dipendono da legami legali.

Tutte quelle aree che, però, dovessero acquisire lo status di zona gialla (con indice Rt rapporto nuovi positivi per tampone abbassati) potrebbero vedere un po' di luce in fondo al tunnel delle restrizioni.

Si dice, ad esempio, che le persone ad uno stesso tavolo di bar e ristoranti potrebbero passare dal numero massimo di quattro a sei. Proprio le attività di ristorazione sarebbe al centro di una discussione che li vedrebbe candidati a riaprire di sera. Stesso discorso per grandi magazzini e centri commerciali che potrebbero vedersi nuovamente consentita l'apertura delle serrande anche nel weekend, provvedimento cruciale nelle settimane che traghettano al Natale. E attenzione al coprifuoco che oggi parte alle 22 e che potrebbe, da dicembre, iniziare alle 23 o alle 24