Non si fermano gli sbarchi di immigrati lungo le nostre coste. Nelle ultime ore un centinaio di persone sono approdate a Lampedusa a bordo di imbarcazioni autonome. Nel frattempo, il Viminale ha autorizzato l'attracco delle navi Sea Watch 3 e Ocean Viking, rispettivamente nei porti di Trapani e di Pozzallo. Nel complesso, le due navi Ong avevano soccorso circa 800 migranti al largo del Nord Africa.

L'emergenza sbarchi continua

Le partenze dal continente africano non si arrestano, favorite soprattutto dal bel tempo e dalla crescente instabilità politica in Tunisia.

Dinanzi a questa situazione, si fanno sempre più insistenti gli attacchi della Lega alla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese. A cominciare dal leader Matteo Salvini, che giorni fa aveva dichiarato che "se dovesse arrivare l'ennesimo carico di clandestini, ci sarebbe qualcuno che evidentemente non sa fare il suo lavoro". Rincara la dose Nicola Molteni, sottosegretario leghista al Viminale: "Oggi giustamente il governo chiede sacrifici e rigore agli italiani col green pass, ma non evita lo sbarco di clandestini".

Sul fronte opposto, il Partito Democratico con una nota difende la ministra Lamorgese e replica all'offensiva di Salvini. Secondo i dem, "chi attacca il ministro dell'Interno attacca tutto il governo".

E attaccare proprio ora il governo su un tema delicato come l'immigrazione, prosegue la nota del Pd, rischia di indebolirlo anche in Europa dove l'Italia sta conducendo una complessa trattativa "nella direzione di una maggiore risposta europea e al superamento dello status quo attuale".

Salvini vs Lamorgese

I rapporti fra Salvini e Lamorgese non sono mai stati particolarmente idilliaci, non solo quando la Lega era all'opposizione del governo Conte bis ma neanche all'interno del "governo di unità nazionale" presieduto da Mario Draghi.

L'attuale premier, infatti, aveva deciso di riconfermare Lamorgese al Viminale (già ministra proprio nel precedente "governo giallorosso") suscitando le proteste del centrodestra e di Salvini in particolare.

Il segretario del Carroccio non ha mai mancato occasione di rivendicare i risultati ottenuti nei mesi in cui era ministro dell'Interno, paragonandoli alle (secondo lui) fallimentari politiche migratorie della Lamorgese.

Le prossime mosse di Lamorgese e Draghi: verso una svolta?

Forse non è un caso che sia Lamorgese che Draghi abbiano iniziato a chiedere a gran voce un "cambio di passo urgente" sul tema dell'immigrazione. Di recente, infatti, la ministra si è recata in missione in Libia dichiarandosi favorevole alla convocazione di un consiglio Ue straordinario, mentre il premier ha avuto un colloquio telefonico con il presidente tunisino.

Lo stesso Salvini si era detto fiducioso che a breve Draghi avrebbe impresso una svolta. E la svolta sembrerebbe essere in atto, anche se è ancora presto per esprimere un bilancio oggettivo. Nel frattempo, i migranti continuano a sbarcare. E le parole del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci suonano come un indizio di totale sfiducia verso il Viminale: "Mi appello al presidente Draghi: serve un segnale forte e ormai può venire solo da lui.

Faccia quello che non ha voluto fare chi l'ha preceduto".

La Lega chiede che il cambio di passo (o, in alternativa, il cambio di ministro) si verifichi entro il mese di agosto. Sarà accontentata? Molto dipenderà dalle mosse di Draghi.