Nella giornata di ieri, 15 febbraio, nell'aula Nassirya del Senato, è stato presentato un disegno di legge per modificare in favore dei ciclisti l'attuale Codice della Strada. Il primo firmatario del progetto è Marco Perosino, senatore di Forza Italia. Il ddl, come ammesso dai proponenti, ha come scopo quello di tutelare la sicurezza dei ciclisti.

Oltre a Perosino, alla presentazione del ddl vi erano anche la capogruppo di FI al Senato Anna Maria Bernini, Giusy Verase, il presidente del CR Piemonte Massimo Rosso, il presidente della Commissione lavori pubblici Mauro Coltorti e Cordiano Dagnoni, presidente della Federciclismo.

Intervenuti durante la presentazione anche Marco Cavorso e Paola Gianotti, esponenti dell'associazione 'Io rispetto il Ciclismo'.

Nei quiz per la patente domande sulla mobilità ciclistica

Nel ddl, come già detto, sono proposti alcuni cambiamenti pro-ciclisti all'interno del Codice. Due, in particolare, le modifiche dal maggior peso che sono state proposte. La prima riguarda il quiz necessario per il rilascio della patente di guida; l'idea, infatti, è quella di introdurre tra i temi del test anche delle domande legate alla mobilità ciclistica. La seconda introduzione importante, invece, riguarda l'introduzione di una distanza minima di sicurezza (pari a 1,5 metri) da rispettare obbligatoriamente in fase di sorpasso ai danni di ciclisti.

L'onorevole Perosino, in presentazione del ddl, ha ammesso come in passato ci siano già stati dei tentativi di modifica del Codice, mai realmente concretizzati. L'obiettivo dichiarato dal senatore, però, è quello di provarci con maggior vigore con questo nuovo ddl.

'Numeri drammatici sulla sicurezza dei ciclisti'

Il ddl è stato commentato anche da Dagnoni, che ha ricordato l'esistenza di dati che ha definito "drammatici" riguardo la sicurezza stradale dei ciclisti.

Proprio per questo motivo, il presidente della Federazione ha ammesso come sia necessario "lavorare" sul tema. Dagnoni, poi, si è detto speranzoso del fatto che il ddl "possa diventare legge".

Il presidente ha poi continuato, citando una ricerca Nielsen che dimostra come il ciclismo, oggi, sia il terzo sport più praticato nel nostro paese dietro alle palestre e al running.

Secondo Dagnoni, il mondo delle bici ha avuto una esplosione di popolarità specie con l'inizio della pandemia. Anche grazie a questo "boom", come lo ha definito lo stesso Dagnoni, occorre "formare una cultura del rispetto", che deve necessariamente muovere i primi passi dal tema dell'educazione stradale.

Infine, il ddl è stato commentato anche dalla senatrice Bernini, che ha riconosciuto come il Codice della Strada attuale dimostri che l'Italia non sia "un paese per ciclisti". Proprio per questo motivo la prima azione da intraprendere è quella di "sanare i buchi", lanciando poi un appello affinché sul ddl vi possa essere una condivisione.