Il cancro al colon è uno dei top killer tra le patologie oncologiche. E la sua associazione al microbioma e al tipo di alimentazione è cosa ben nota. I ricercatori stano cercando di individuare alimenti dotati di un effetto preventivo su questa patologia. Uno studio condotto su animali, in particolare sui maiali - considerati un buon modello intestinale - ha mostrato che una dieta che comprenda anche le patate viola, riduce i livelli di IL-6, una proteina infiammatoria associata ad una serie di patologie croniche e al cancro.

Se il target è l’espressione di IL-6

L'interleuchina-6 (IL-6) è una proteina prodotta da vari tipi di cellule in risposta a traumi o a danni tissutali. Una quota importante, circa 1/3 dell’IL-6 circolante, viene prodotta dagli adipociti bianchi, soprattutto quelli viscerali. A livello della mucosa intestinale, un aumento di IL-6 è indice di infiammazione e anticamera di problemi più gravi come il morbo di Crohn e il cancro al colon. Quest’ultimo è un tumore piuttosto comune che interessa il 7% della popolazione con 53mila diagnosi annue nel nostro Paese. E può essere mortale. Solo negli Stati Uniti (dati American Cancer Society) è responsabile di 50mila morti l’anno.

Il ruolo del microbioma, come elemento centrale del nostro Benessere, è ormai un dato acquisto.

Una sua alterazione porta a condizioni infiammatorie predisponenti una serie di patologie, anche gravi come appunto i tumori. Da qui la necessità di individuare alimenti che possano migliorare le condizioni intestinali e quindi scongiurare il generarsi di situazioni patologiche gravi.

Alcuni ricercatori del Penn State University hanno studiato un alimento noto per essere particolarmente ricco di sostanze anti-ossidanti, la patata viola.

E quello che hanno scoperto, per ora solo sui maiali, e che la presenza nella dieta di questi tuberi riduce i livelli intestinali di IL-6, anche con una dieta grassa. I risultati sono stati pubblicati dal team di J. K.P. Vanamala su Journal of Nutritional Biochemistry.

Patate ricche di antocianine

Le patate viola (vitelotte) sono dei tuberi di origine dell’America meridionale (tra Perù e Cile).

Per questo studio i maiali selezionati sono stati suddivisi in 3 gruppi: il primo alimentato con dieta normale (3-4% grassi), il secondo con una dieta ipercalorica (+ 17% di grassi) e il terzo ancora con dieta ipercalorica ma con il 10% di patate viola. Andando ad analizzare (tecniche HPLC-Massa) le sostanze presenti nell’intestino è emerso che gli animali con dieta ipercalorica avevano livelli elevati di IL-6 oltre ad avere attivate 10 vie di trasmissione di segnali (pathways), tipiche dello stato proliferativo e infiammatorio, e la presenza di biomarcatori del cancro al colon (es. Ki-67). Negli animali con dieta arricchita di patate viola, sia l’IL-6 che le pathway e i biomarcatori erano rimasti in condizioni normali, paragonabili agli animali alimentati normalmente (gruppo controllo).

Gli autori spiegano che, per questo studio, hanno scelto le patate viola perché ricche di composti anti-ossidanti e anti-infiammatori. Altri studi verranno eseguiti con l’obiettivo di arrivare a definire una possibile dieta capace di prevenire il cancro al colon e altre patologie associate ad un’alterazione del microbioma.

Non tutte le patate sono uguali

Dopo il lavoro di Vanamala (maggio 2017), poche settimane fa S. Kubow e collaboratori, su Nutrients, hanno pubblicato i risultati di uno studio sulla composizione di antocianine derivante dalle patate viola, dopo digestione. Motivo dello studio (inedito) è valutare se, dopo la digestione, la composizione in antocianine nello stomaco, piccolo intestino e vasi del colon era differente per vari tipi di patata.

Sono stati scelti due varietà di patata viola, “Amachi” e “Leona”.

Dopo una digestione (simulata) di 24h, sono stati identificate 36 antocianine per Amachi (30 volte più concentrate) e 15 antocianine per Leona. Scendendo nel tratto del colon, ad aumentare (7 volte) sono invece le antocianine da Leona.

I metaboliti derivanti dalla varietà Amachi sono risultati citotossici, a differenza di quelle da Leona. Non ci sono ancora elementi sufficienti per comprenderne le cause e i meccanismi alla base di questa citotossicità ma questi dati suggeriscono che è da preferire la varietà Leona, con antocianine più “resistenti” e meno citotossiche.

Questo significa che, a parità di alimento, in questo caso le patate viola, differenti varietà possono avere importanti differenze in termini di effetti positivi o negativi sulla nostra Salute. E questo è un altro aspetto su cui non ci sofferma mai abbastanza.