Il portale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) riporta i risultati di una ricerca approfondita riguardo il consumo da parte degli italiani di psicofarmaci, cioè antidepressivi, antipsicotici e benzodiazepine. Negli ultimi tre anni è rimasto stabile l’impiego di questi medicinali, con una prevalenza nell’uso di antidepressivi. Si stima infatti che a circa 3,6 milioni di italiani siano stati prescritti farmaci antidepressivi nel 2017.

Ansiolitici

Nell’ultimo anno si registra però un aumento dell’8% nel consumo di benzodiazepine, intesi come ansiolitici, ipnotici e sedativi.

Le benzodiazepine agiscono sul neurotrasmettitore acido gamma-aminobutirrico (GABA) a livello del recettore GABA accrescendo quindi le sue proprietà sedative, ipnotiche, ansiolitiche, anticonvulsive, anestetiche e miorilassanti. A livello centrale la sua attività comporta una diminuzione generale dell’eccitabilità dei neuroni, abbassando in questo modo i livelli di ansia.

Gli ansiolitici sono gli psicofarmaci più prescritti e più utilizzati al mondo, dopo i comuni anti-infiammatori. Grazie alla velocità con la quale agiscono e il numero di effetti collaterali relativamente basso, sono facilmente utilizzabili per combattere ansia, attacchi di panico e disturbi del sonno che provocano un peggioramento nella qualità della vita e una certa difficoltà nello svolgere le attività quotidiane.

Molte persone ricorrono direttamente al consumo di questi farmaci quando invece sarebbe più opportuno rivolgersi a uno psicoterapeuta e affidarsi alla psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale. La terapia farmacologica con benzodiazepine provoca, più di altri psicofarmaci, una forte dipendenza fisica e psicologica, fin quando non si parla di vera e propria assuefazione che costringe chi ne fa uso ad aumentarne esponenzialmente le dosi per percepirne gli effetti e trovare sollievo.

Seguito una brusca interruzione possono insorgere i sintomi di una crisi d’astinenza e i disturbi che hanno indotto l’impiego del farmaco potrebbero ripresentarsi in maniera aggravata.

Stress e solitudine

Secondo Massimo Cozza, psichiatra e coordinatore del Dipartimento Salute Mentale Asl Rm2 l’aumento nell'impiego di ansiolitici "è un campanello d'allarme che rappresenta una risposta ad aumentati livelli di stress e disagio psichico nella quotidianità".

Rendono la situazione sempre più difficile "una crescente solitudine, un futuro incerto e una sempre maggiore incapacità di gestire le frustrazioni".

Come il costante aumento di casi di depressione clinica, anche questi dati dovrebbero far riflettere sulla situazione di disagio sempre più forte che il Paese sta vivendo.