Livelli di tricloetilene oltre la soglia minima hanno reso necessario il ritiro dal mercato di alcune confezioni di acqua Fonte Italia. Si tratta di un provvedimento preso dal Ministero della Salute e che ha disposto il ritiro dal mercato di alcune bottiglie con capacità da 1,5 litri. Fonte Italia è un brand che imbottiglia il prezioso liquido ad Atella, in provincia di Potenza. La raccomandazione è quella di non consumarla prima di essersi accertati del fatto che non si tratti di quella interessata dalla disposizione, facilmente identificabile dal codice che indica il lotto di produzione.
I lotti interessati
Ciò che non va fatto in questi casi è abbandonarsi a facili allarmismi. I problemi riguardanti le confezioni di Acqua Fonte Italia sono facilmente circoscrivibili a dei lotti interessati. E si tratta unicamente di quelli indicati dal Ministero della Salute: L110918, L120918, L130918 e L150918, a ciò si aggiunge il fatto che, come termine minimo di conservazione, è fissato per il settembre del 2019. Qualora i dati indicati dovessero corrispondere con le bottiglie che si hanno in casa la cosa da fare è, ovviamente, non consumarle, per poi sceglierle se cestinarle o riportarle nei punti vendita in cui sono state acquistate.
Tetracloetilene potenzialmente cancerogeno
Il tetracloetilene, seppur in basse concentrazioni, è presente in vari cibi che l'uomo consuma rapidamente.
Concentrazioni oltre la norma, invece, possono generare fastidi a reni, fegato e sistema nervoso centrale. Lo Iarc, invece, lo ha classificato come una sostanza potenzialmente cancerogena per l'uomo. La motivazione risiede nel fatto che alcuni dei suoi metaboliti risultano tossici e con buona probabilità cancerogeni per l'uomo.
In Italia il Ministero della Salute è molto attento ad evitare che possano esserci dei rischi per i consumatori, dunque anche quando la sicurezza non è massima si attiva affinché possano essere azzerate le eventualità che i cittadini possano subire dei danni. La soglia di attenzione è così alta che è sufficiente elencare dei numeri per capire quanto si intervenga nella filiera che dalle case di produzione si arriva fino ai consumatori.
Sono, infatti, ben novantotto i richiami che, a partire dal primo gennaio 2018, sono stati disposti per scongiurare la possibilità che la salute dei cittadini possa in qualche modo essere messa repentaglio. Sono 170 i prodotti interessati da questo setaccio ed è stata disposta anche una revoca.