Sarebbero 250.000 le dosi di vaccino AstraZeneca che l'Italia ha chiesto (e ottenuto) venissero bloccate prima di essere esportate in Australia, un paese che negli ultimi giorni avrebbe rilevato soltanto undici nuovi casi di Covid-19. La forte presa di posizione italiana è al momento unica e prima all'interno dell'Unione europea, ma motivata da uno stato di necessità evidente e comprovato, che ha infatti portato l'Ue ad accettare senza riserve la richiesta del governo italiano.
Da noi penuria di vaccini e contagi alti, l'Australia ha meno bisogno di noi
I dati relativi ai contagi e ai decessi che ogni giorno si registrano in Italia sono sotto gli occhi di tutti: non è difficile fare un confronto tra i 22.865 nuovi casi di contagio da Coronavirus rilevati su territorio Italiano nella sola giornata del 4 marzo 2021 e i soltanto 11 conteggiati in Australia nelle ultime 24 ore. L'indubbia differenza tra le due situazioni sarebbe alla base della dura decisione maturata dall'Italia e approvata dall'Unione ruropea. Con uno scenario di 29.007 casi totali dall'inizio della pandemia e 909 decessi, l'Australia non può essere considerata, allo stato attuale (i ricoveri nell'intero paese sarebbero soltanto 20 di cui uno in terapia intensiva) una nazione vulnerabile dal punto di vista epidemiologico ma, nonostante questo, avrebbe ordinato più di 100 milioni di dosi vaccinali a fronte di una popolazione di 25 milioni di abitanti.
A pesare ulteriormente sulla richiesta del Ministero degli Affari Esteri di non autorizzare l'esportazione partecipano inoltre la scarsità e i ritardi nella fornitura di dosi destinate all'Italia e all'intero territorio dell'Ue da parte della stessa AstraZeneca: le 250.000 dosi da esportare sarebbero insostenibili se confrontate con quelle effettivamente messe a disposizione del Governo italiano.
L'Australia si appella all'Ue: 'Rivedere la decisione dell'Italia'
Le dosi oggetto del blocco non erano le prime a dover essere destinate all'Australia. Lo stesso ministro della Salute australiano, Greg Hunt, ha rilasciato un'intervista in cui riferisce che la sua nazione aveva già ricevuto 300.000 vaccini AstraZeneca, spiegando anche come il suo Paese si sia rivolto, su più fronti e canali, all'Unione europea nel tentativo di ottenere la rivalutazione della decisione dell'Italia.
Il ricorso sembra tuttavia non aver dato frutti: la Commissione europea, in accoglienza e approvazione della richiesta italiana, non è intenzionata a rivedere la decisione, cosa che in ogni caso non pregiudicherà la possibilità per AstraZeneca di presentare un'eventuale altra proposta di fornitura allo Stato australiano, in ottemperanza al meccanismo sul controllo e la trasparenza dell'export.
'Comprensibile l'ansia dell'Italia'
Queste le parole del primo ministro australiano, Scott Morrison, che dice di poter ben comprendere lo stato emotivo e preoccupato dell'Italia, costretta a far fronte a un'emergenza di entità ben diversa e superiore a quella australiana. Un "alto livello di ansia", come definito da Morrison, che naturalmente serpeggia in molti Paesi europei impegnati in una corsa contro il tempo nel tentativo di vaccinare, il più velocemente possibile, il più alto numero di persone.
L'Italia sembra dunque destinata a non essere la sola nazione ad avanzare una richiesta di stop all'export di vaccini: nelle ultime ore si fa strada l'ipotesi che la Francia potrebbe seguire l'esempio italiano, questo almeno è quello che trasparirebbe da alcune dichiarazioni del ministro della Salute francese Olivier Veran.