Per molti maturi appassionati di boxe il vero 'combattimento del secolo' è quello che non si è mai disputato. Considerato lo spessore dei due pugili, entrambi tra i pesi massimi più forti di sempre, in parte concordiamo con questa affermazione, ma nel caso in cui Mike Tyson e George Foreman fossero saliti l'uno contro l'altro sullo stesso ring, il confronto avrebbe davvero travalicato i confini della storia e della leggenda. Non sarebbe stato semplicemente lo scontro tra due grandi pugili, ma anche tra due generazioni. Tra la fine degli anni '80 ed i primi anni '90, nel momento in cui Iron Mike era all'apice della carriera e Big George era clamorosamente tornato sul quadrato dopo dieci anni, sulla soglia dei 40 anni di età, l'ambiente della boxe statunitense rumoreggiò parecchio sulla possibilità di un match tra i due.

Non si fece mai, eppure sarebbe stato davvero un evento sportivo di risonanza mondiale con un carico di milioni di dollari assolutamente incredibile. I motivi? Ha provato a spiegarli Dario Torromeo nel suo ultimo libro. Il titolo, per l'appunto, è "Il match fantasma", edito da Absolutely Free. "L'America sognava Tyson vs Foreman. Intrighi e misteri vissuti a bordo ring" è quanto si legge in copertina. L'autore è un grande appassionato di boxe, sport al quale ha dedicato numerose opere. Tra queste "Meraviglioso - Marvin Hagler e i favolosi anni '80", "I pugni degli eroi - Robinson, Cerdan, Alì, Chavez", "Monzon, il professionista della violenza", "Anche i pugili piangono - Sandro Mazzinghi: un uomo senza paura nato per combattere".

Generazioni a confronto

Tra Foreman e Tyson ci sono 17 anni di differenza, quando Big George divenne campione del mondo per la prima volta in carriera, il 22 gennaio 1973, Tyson non aveva ancora compiuto 7 anni. Tredici anni dopo, nel 1986, quest'ultimo sarebbe diventato il più giovane campione del mondo nella storia dei pesi massimi a 20 anni e 5 mesi.

Esattamente un anno dopo, nel 1987, Foreman avrebbe fatto la sua ricomparsa sul ring a 38 anni, dieci anni dopo la sconfitta con Jimmy Young che sembrava aver posto fine alla sua carriera e, 7 anni più tardi, sarebbe diventato il campione iridato più anziano all'età di 45 anni e 9 mesi. Tyson in quel periodo era inattivo, stava infatti scontando in carcere la nota condanna per violenza carnale.

Sono dati che mettono in risalto il divario generazionale, ma anche quella che, a tutti gli effetti, era la possibilità nel vederli di fronte. Per Tyson la sfida contro un veterano ex campione del mondo non sarebbe stata affatto una novità, nel 1988 aveva affrontato e sconfitto per K.O Larry Holmes, coetaneo di Foreman. Sono anni in cui, pertanto, le indiscrezioni su un possibile combattimento tra i due sono piuttosto frequenti. A differenza di Iron Mike, George Foreman è certamente un grande comunicatore ed in più riprese invita il giovane campione mondiale a sfidarlo. In una sua apparizione al 'David Letterman Show' afferma a chiare lettere che, secondo lui, Tyson lo sta evitando e dice di avere più paura di Don King che del suo possibile avversario.

In realtà, il maturo ex campione ci va molto cauto con gli avversari: dal marzo del 1987 fino a luglio del 1989 vince 19 incontri di cui 18 prima del limite, ma non si misura mai con pugili di primo piano. A gennaio del 1990 decide di alzare l'asticella affrontando Gerry Cooney che otto anni prima era stato sfidante al titolo, ma era finito al tappeto al cospetto di Larry Holmes. Vince per TKO ed inizia a pensare sul serio alla grande sfida.

L'imprevista caduta di Tyson

Ma l'11 febbraio del 1990 accade qualcosa che nessuno avrebbe potuto nemmeno lontanamente ipotizzare: Mike Tyson perde il titolo mondiale finendo clamorosamente K.O contro il modesto James Buster Douglas, è la sua prima sconfitta in 38 match da professionista.

Superato lo choc, torna sul ring dopo poco più di quattro mesi, inanella quattro vittorie di fila fino al giugno del 1991, ma poi viene travolto dal 'caso Desiree Washington', la reginetta di bellezza che lo accusa di stupro. Nel 1992 viene condannato a 10 anni di carcere, 4 dei quali con pena sospesa. Sarà rilasciato per buona condotta nel 1995.

Foreman riconquista il titolo dopo 20 anni

George Foreman si lancia comunque alla conquista del titolo: ci prova nel 1991, ma viene sconfitto ai punti da Evander Holyfield. Ci ritenta nel 1993 e viene stoppato nuovamente ai punti da Tommy Morrison. Tuttavia gli organizzatori insistono per una terza chance: con Tyson in carcere, la categoria regina della boxe ha bisogno di un grande personaggio come Big George e lui non delude le aspettative: il 5 novembre del 1994 affronta l'imbattuto Michael Moorer a Las Vegas, in palio ci sono le corone mondiali WBA ed IBF: lo batte per K.O e torna in cima al mondo vent'anni dopo la mitica sfida con Muhammad Alì che lo aveva detronizzato a Kinshasa, nello Zaire, nel 1974.

Il declino dei due campioni

Foreman però inizia a sentire il peso degli anni. Poco dopo aver conquistato il titolo viene dichiarato decaduto dalla WBA per il rifiuto della sfida obbligatoria contro Tony Tucker. Nel 1992 difende il titolo IBF contro Axel Schulz, vince ai punti, ma perde successivamente il titolo per decisione della federazione competente dopo aver rifiutato di concedere la rivincita. Continuerà a combattere in maniera sporadica (altri tre match), fino al 1997, anno del suo ritiro definitivo. "Una carriera prolungata con attività ridotta negli ultimi anni, forse giustificata da una sola speranza - è il parere di Dario Torromeo – quella di affrontare Mike Tyson". Quest'ultimo sarebbe tornato a combattere nel 1995 e l'anno successivo avrebbe riconquistato il titolo, perdendolo otto mesi dopo al cospetto di Holyfield.

La sua carriera sarebbe durata fino al 2005, con il nuovo tentativo iridato del 2002 brutalmente fermato dai pugni di Lennox Lewis, ma probabilmente Iron Mike non era più lo stesso da quel febbraio del 1990, quando finì incredibilmente al tappeto contro Douglas. Nel suo libro, Torromeo parla dei due pugili in parallelo, raccogliendo pareri ed indiscrezioni sul perché non ci sia mai stato il grande match. Ipotizza addirittura il timore di Tyson che, secondo alcune testimonianze, avrebbe spesso ricordato di quando il suo vecchio maestro, Cus D'Amato, gli diceva che per un peso massimo della sua statura, certamente non imponente se paragonata ad autentici giganti, sarebbe stato "un suicidio" affrontare una montagna come Foreman.

Ma D'Amato era morto nel 1985, non avrebbe fatto in tempo a vedere il suo pupillo conquistare il titolo e neppure a ritrovarsi sul ring Big George. Le sue parole erano semplicemente un esempio, quasi un consiglio paterno che, però, Tyson potrebbe aver tenuto bene a mente. L'unica certezza è che uno dei combattimenti più desiderati della storia della boxe non si è mai concretizzato. Ma chi avrebbe vinto? Questo Dario Torromeo non lo dice, per cui alla fine la risposta la potranno dare solo gli appassionati ed i tifosi di questo sport, ognuno a proprio piacimento senza poter arrivare ad un vero verdetto. Costoro, in fondo, sono già stati fortunati ad averli ammirati entrambi sul ring.