La sua stagione era iniziata nel migliore dei modi. Lo scorso gennaio aveva trionfato agli Australian Open ottenendo il 17° titolo Slam della carriera e riconquistando la vetta del ranking Atp ai danni di Rafa Nadal. Sette mesi dopo, in un mondo profondamente cambiato a causa della pandemia, Novak Djokovic torna in campo: il Masters 1000 di Cincinnati e, soprattutto, gli Us Open. Si giocano entrambi a New York e ambedue saranno caratterizzati dagli spalti vuoti, così come tutti gli eventi sportivi in tempi di coronavirus.
L'obiettivo del fuoriclasse serbo è ovviamente quello vincere a Flushing Meadows e toccare quota 18 nei titoli Slam: si porterebbe dunque a -1 da Nadal e -2 da Roger Federer, prima del Roland Garros.
I suoi due grandi rivali non sono in America, Federer per infortunio e Nadal per scelta, Nole in un'intervista rilasciata al New York Times ha definito "strano" non vedere nessuno dei due in un torneo del Grande Slam, ma nel contempo ha evidenziato la "responsabilità da top player", decisiva sulla sua scelta di affrontare la trasferta oltre oceano.
'Che strano non vedere Rafa e Roger'
Novak Djokovic disputerà a New York il 61° Slam della sua carriera, ma sarà il primo che non vedrà ai nastri di partenza, contemporaneamente, Federer e Nadal. Era infatti accaduto che mancasse uno dei due, ma mai entrambi.
"Normale che la loro assenza si sente - dice il numero 1 del mondo - perché parliamo di due leggende del Tennis.
Pubblico o non pubblico, loro mancheranno a me e ai tifosi". Ma allo stesso modo, Djokovic non intende sminuire quelli che saranno i suoi avversari più quotati e, dunque, Thiem, Tsitsipas, Zverev e quel Daniil Medvedev che lo scorso anno vinse il Masters di Cincinnati e giunse in finale agli Us Open.
'Ho sentito la responsabilità di essere un top player'
Anche la presenza di Djokovic, però, a un certo punto sembrava in dubbio e se avesse dato forfait, insieme agli altri due più forti tennisti dei nostri tempi, probabilmente qualcuno avrebbe espresso seri dubbi sulla competitività dello Slam newyorchese. Nole non nega che questa è una delle ragioni che lo ha spinto ad attraversare l'oceano, ma non è l'unica.
"Prima di ogni cosa dovevo pensare a me stesso, alla mia salute e alla mia condizione fisica e, ovviamente, anche se al mio team andava bene essere qui negli Stati Uniti. Accertate queste cose - ha aggiunto - ho anche avvertito la responsabilità di esserci perché sono un top player ed è importante che il tennis vada avanti".
Un top player che, ovviamente, non può nascondere i suoi prossimi obiettivi. "Raggiungere nuove vette nel tennis è uno dei motivi per cui continuo a giocare ancora a questi livelli". Tra gli obiettivi della sua carriera, oltre al record assoluto di titoli del Grande Slam, c'è anche quello di settimane complessive in vetta al ranking, primato detenuto da Federer a quota 310. Djokovic attualmente è a quota 282.