Per Mathieu Van der Poel sta per arrivare di nuovo il momento di attaccarsi nuovamente un numero sulla schiena e tornare a correre per vincere. Pur avendo spostato di più i suoi obiettivi sul Ciclismo su strada e sulla mountain bike, il fuoriclasse olandese non rinuncerà alla stagione del ciclocross, il suo primo amore, o almeno ad una parte di essa. Il vincitore del Giro delle Fiandre debutterà nella disciplina di cui è Campione del Mondo in carica il 12 dicembre ad Anversa, un esordio a cui si sta avvicinando con molta tranquillità.
Van der Poel ha concluso la stagione su strada con una brutta caduta a La Panne che lo ha costretto a due settimane di riposo assoluto, e ha messo le mani avanti sulle sue condizioni attuali, ancora lontane da quelle ideali.
Van der Poel: ‘Anche io faccio dichiarazioni ambiziose’
A pochi giorni dal debutto nella stagione del ciclocross, Mathieu Van der Poel ha rilasciato una lunga intervista al giornale olandese Humo. Più che di sé stesso, il campione della Alpecin Fenix ha parlato di alcuni dei grandi protagonisti del ciclismo, di questa nuova generazione di fenomeni di cui fa parte e che sta travolgendo i corridori che hanno dominato il campo nell’ultimo decennio.
Per la prima volta Van der Poel ha parlato apertamente di Remco Evenepoel, un corridore che finora non è stato un suo rivale diretto, ma con cui condivide il modo aperto e ambizioso di avvicinarsi alle corse più importanti, con dichiarazioni mai banali.
Secondo Van der Poel gli atteggiamenti di Evenepoel sono ai confini tra grande fiducia nei propri mezzi e arroganza: “A volte trovo le sue dichiarazioni al limite. Questo sembra arrogante, ma mostra principalmente fiducia in sé stesso. Fa grandi dichiarazioni, ma spesso poi risponde anche con i pedali. Anche io ho detto che voglio diventare Campione del Mondo in tre discipline diverse ed in più Campione Olimpico di mountain bike.
Anche queste sono dichiarazioni ambiziose”, ha dichiarato il vincitore del Giro delle Fiandre.
‘Il ciclismo professionistico sta diventando come quello giovanile’
Naturalmente non sono mancate le domande sul suo rivale storico Wout van Aert, con cui ha duellato fin dalle categorie giovanili nel ciclocross ritrovandolo poi anche nelle grande classiche su strada.
In questa stagione van Aert si è messo in evidenza anche in un ruolo inedito, come gregario di lusso per Primoz Roglic durante il Tour de France, un impegno in cui ha evidenziato grandi doti anche in salita. Van der Poel ha dichiarato di non voler emulare il suo avversario e di pensare essenzialmente a correre per sé stesso.
“Quello che ha fatto van Aert al Tour, fare il gregario per qualcun altro, non è la mia ambizione. Non so nemmeno se potrei farlo, e finché non correrò un Tour questo confronto non ha neanche senso”, ha commentato il campione olandese, che ha fatto anche un’interessante analisi sul cambiamento che la sua generazione sta portando nel ciclismo di alto livello, rimasto nelle scorse stagioni un po’ ingessato tatticamente.
“Il ciclismo professionistico sta diventando di nuovo come quello giovanile. Ci sono corse aperte e attacchi. Per me e per i miei coetanei è ovvio correre in questo modo, abbiamo sempre fatto così”, ha concluso Mathieu Van der Poel.