Da sempre, una delle piaghe per tutti gli appassionati del Ciclismo è il doping. Non c'è da stupirsi, dunque, che la lotta contro le sostanze dopanti abbia un ruolo sempre più centrale all'interno del mondo delle due ruote. Nelle ultime settimane, però, si è innalzato un dibattito (a tratti feroce) sull'utilizzo o meno dei chetoni, dei composti organici. Tali sostanze vengono assunte mediante degli integratori, spesso a base di succo di lampone, mirtillo e ciliegia. Degli studi stanno cercando di comprendere se tali sostanze siano o meno dopanti, ma intanto le squadre del World Tour si dividono tra coloro che li vietano e chi, invece, non ha alcuna intenzione di rinunciarci.

La Jumbo-Visma non ha alcuna intenzione di rinunciare all'uso dei chetoni

Il tema chetoni è tornato prepotentemente in voga durante l'ultima edizione dei Mondiali. Durante tale evento, infatti, l'Unione ciclistica internazionale (l'Uci) ha diramato un comunicato in cui ha raccomandato ai corridori il non utilizzo dei chetoni. Ciò nonostante, come ammesso dalla stessa federazione, "l’assenza di prove scientifiche sul miglioramento delle prestazioni". Una misura di prevenzione, dunque, che però non sembra aver convinto tutti.

Il primo team a dimostrare aperta opposizione è stata la Jumbo-Visma, tra le squadre più importanti di tutto il mondo del ciclismo professionistico. Il capo allenatore Merijn Zeeman, infatti, ha fatto sapere che la squadra non ha alcuna intenzione di rinunciare alla sostanza, affermando come esperti importanti consiglino l'uso dei chetoni "come parte di una sofisticata strategia nutrizionale".

Zeeman ha comunque assicurato che, qualora l'Uci trasformasse la raccomandazione in divieto, il team si adeguerà alle norme.

La Dsm di Romain Bardet si scaglia contro la sostanza

Diversa è invece la posizione della Dsm, team che vanta nella propria squadra il talento francese Romain Bardet. Il team, infatti, ha con regolamento interno vietato l'uso dei chetoni, al punto che si narra che tale divieto sia la motivazione che abbia portato alla rottura del contratto tra il team e lo svizzero Marc Hirschi.

L'atleta, infatti, pare che non avesse alcuna intenzione di rinunciare all'utilizzo dei chetoni.

In attesa che l'Uci prenda una posizione, il dibattito principale verte sul comprendere se i chetoni diano "energia supplementare" o meno a chi ne fa uso. Solitamente tali composti vengono prodotti dai reni (ovviamente in quantità limitata) quando vi è deficit di carboidrati. Alcuni studiosi sostengono che i chetoni fungano da sostanza dopante, ma i risultati di tali test sono ancora parziali.