Intenso e spettacolare lo è stato sicuramente. Undici riprese con poche pause, fino al crollo definitivo di Deontay Wilder che, sul tappeto del ring della T-Mobile Arena di Las Vegas, ha dato l'addio al sogno di riconquistare la cintura di campione del mondo Wbc che era stata in suo possesso per cinque anni.

Tyson Fury ne esce ulteriormente "rinforzato", ha disputato un combattimento perfetto che, ad un certo punto, sembrava essersi messo male per lui dopo il doppio knock down nella quarta ripresa. Alla fine si gode il trionfo e accarezza già l'idea di riunificare il titolo dei pesi massimi contro il fresco campione del mondo delle altre quattro federazioni, Oleksandr Usyk, anche se dovrà attendere visto che Anthony Joshua intende avvalersi della clausola di rematch.

Al settimo cielo accanto a lui anche Bob Arum, il quasi novantenne promoter che ha deciso di scommettere sul britannico subito dopo il suo primo match contro Wilder nel dicembre del 2018. Ai microfoni dei giornalisti, inoltre, Arum fa una dichiarazione sorprendente, definendo il combattimento appena concluso come "il migliore della storia dei pesi massimi".

'Sono orgoglioso di lui'

Bob Arum organizza combattimenti da quasi sessant'anni e tra i suoi assistiti ha avuto pugili del calibro di Muhammad Ali, George Foreman ed Evander Holyfield, tra i pesi massimi, mentre nelle altre divisioni è stato promoter di Sugar Ray Leonard, Oscar De La Hoya, Julio Cesar Chavez e Manny Pacquiao.

"Sono in questo business e organizzo match da 57 anni e non avevo mai visto un combattimento magnifico come questo".

Poi ha indicato Tyson Fury, al suo fianco: "Sono orgoglioso dell'uomo alla mia destra: ha mostrato cuore e grandi abilità, è un vero combattente".

Fury: 'Io sono il re'

Tyson Fury è il ritratto della felicità e riconosce per primo di aver avuto momenti di grande difficoltà nel match contro Wilder. "Siamo andati giù entrambi e il match poteva andare in qualunque direzione.

Una delle vittorie più grandi della mia vita, sono il pugile migliore del mondo ma Wilder è il secondo più forte, lo so perché l'ho battuto tre volte", afferma il britannico, aggiudicandosi virtualmente anche il match del 2018 chiuso con un verdetto di parità.

"Chi è venuto qui a vedere la grande Boxe è stato accontentato - ha aggiunto - e sicuramente vi ricorderete sempre del 9 ottobre 2021".

Il campione del mondo dei pesi massimi versione Wbc prosegue dunque ad essere imbattuto in 32 incontri da professionista.

"Ringrazio il mio allenatore, senza di lui non sarei arrivato sin qui. Mi ha fatto credere in me stesso e io ho seguito il suo percorso. Sono il re e sono ancora qui".

Fury a fine match è apparso infastidito dall'atteggiamento di Wilder che non avrebbe voluto accettare le sue congratulazioni per l'incontro. "L'ho battuto tre volte, ma io sono un uomo di sport e volevo dargli conforto e rispetto - ha detto il britannico - ma non l'ha voluto accettare. Questo è un suo problema, io prego per lui". Da parte di un frastornato Deontay Wilder, però, c'è l'ammissione della superiorità del suo avversario, almeno in maniera indiretta.

"Ho fatto del mio meglio, ma stasera non è stato abbastanza", ha detto ai cronisti.

De la Hoya, Tarver e Lennox Lewis entusiasti di Fury

A bordo ring c'erano tante vecchie glorie del pugilato, tra queste anche Oscar De la Hoya che oggi è tra i promoter più influenti, e che ha definito Tyson Fury "The Greatest", soprannome che ha reso celebre Muhammad Ali. "Non penso di mancare di rispetto ad Ali definendo Fury in questo modo, ma certamente è il più grande nella nostra epoca".

Per l'ex campione del mondo dei cruiser Antonio Tarver, invece, "il limite di Tyson Fury è il cielo. Ha fatto il combattimento perfetto, sapeva che Wilder poteva colpirlo duro, ma lui è così resistente. Lo ha logorato, alla fine le gambe di Wilder non hanno retto".

C'era anche Lennox Lewis, l'ultimo campione indiscusso dei pesi massimi e sebbene oggi non ci sia ancora l'uomo capace di riunificare tutte le cinture, il britannico non ha il minimo dubbio nel definire il connazionale "il re della divisione".