La celebre piattaforma di streaming Netflix sta lavorando a una docu-serie tutta dedicata al Ciclismo. L'idea è quella di replicare ciò che è già stato fatto con il mondo della Formula 1, che viene raccontata con la serie Drive to Survive (la quarta stagione è stata pubblicata lo scorso 11 marzo). Per questo motivo, Netflix avrebbe già chiuso un accordo economico dal valore di un milione di euro con gli organizzatori della Grande Boucle.
Nel progetto dovrebbero rientrare otto team, ma arrivano già le prime defezioni
Nel progetto pensato da Netflix dovrebbero rientrare otto team ciclistici, che sono: Jumbo-Visma, UAE Team Emirates, Quick-Step Alpha Vinyl, EF Education-EasyPost, Ineos Grenadiers, Groupama-FDJ, Ag2r Citroën, Movistar e Alpecin-Fenix.
A tutti questi team, Netflix avrebbe offerto un gettone di presenza di circa 50 mila euro, ponendo però anche una condizione che potrebbe essere decisamente scomoda: che i loro operatori possano riprendere tutto, 24 ore su 24, senza nessun tipo di limitazione.
Alcuni team e, soprattutto, diversi ciclisti, hanno però storto il naso davanti a questa condizione, che rischia di trasformare il progetto in qualcosa di decisamente troppo invasivo. Tra questi vi è l'UAE Team Emirates, che con Tadej Pogacar [VIDEO]ha letteralmente dominato le ultime due edizioni della Grande Boucle.
'Progetto interessante, ma esistono chiari problemi logistici'
A commentare il rifiuto al progetto della UAE Team Emirates è stato Andrea Agostini, chief operating officier del team.
Agostini, in particolare, ha definito il progetto come "molto interessante" e "al passo con i tempi". Nonostante questo, comunque, lo chief operating officier del team non ha nascosto che il progetto comporterebbe anche dei "chiari problemi logistici".
Agostini, infatti, ha sottolineato la difficoltà ad avere la presenza di una troupe per tutta la durata delle tre settimane del Tour: "Avere un cameraman intorno a te per tutto il Tour, quando al nostro interno abbiamo già un nostro fotografo, un nostro operatore e un addetto ai media, non è cosa semplice".
Agostini, poi, ha anche aggiunto come l'UAE Team abbia, attualmente, un "ottimo equilibrio interno" e che per questo l'introduzione di fattori esterni potrebbe andare a destabilizzare tutto l'ambiente. Lo chief operating officier del team, infine, fatto notare come i team che hanno scelto di aderire al progetto siano dei "marchi commerciali" e che, per questo, ricercano visibilità e immagine. La UAE Team Emirates, invece, è un team di "proprietà statale", facendo dunque intendere di avere altre priorità.