C'è grande attesa per scoprire i nuovi talenti della Boxe che combatteranno alle Olimpiadi di Parigi, molti dei quali terminato il torneo faranno il grande salto e passeranno al professionismo. I Giochi, storicamente, sono sempre stati la culla di grandi campioni e sono tantissimi i pugili che, dopo aver messo al collo una medaglia, da professionisti hanno indossato una cintura di campione del mondo. Ricordarli tutti richiede davvero un grandissimo lavoro, per cui ne abbiamo scelto dieci che, in un modo o nell'altro, dopo la medaglia olimpica hanno segnato pagine importanti nella storia delle rispettive categorie di peso.

Gli ultimi campioni indiscussi dei pesi massimi

Al decimo posto di questa classifica mettiamo Oleksandr Usyk che di recente ha dato ai pesi massimi un campione indiscusso dopo oltre vent'anni. Il primo acuto della carriera del pugile ucraino fu ai Giochi Olimpici di Londra 2012 quando vinse la medaglia d'oro nella categoria dei pesi massimi battendo in finale il nostro Clemente Russo. Professionista dal 2013, prima di diventare il re della categoria regina è stato il campione indiscusso e dominatore incontrastato dei cruiser. Ancora imbattuto, il suo record da professionista parla di 22 vittorie di cui 14 prima del limite.

L'ultimo campione del mondo indiscusso dei pesi massimi prima di Usyk era stato Lennox Lewis.

Il pugile britannico che mettiamo al nono posto di questo nostro personalissimo ranking vinse il titolo dei supermassimi combattendo con passaporto canadese alle Olimpiadi di Seul 1988. In finale ebbe la meglio su Riddick Bowe in quella che era stata pronosticata come una futura rivalità tra i pesi massimi, peccato che il suo avversario avrebbe fatto di tutto per non incontrarlo più sul ring.

Lewis è stato tra i pugili migliori di un grande decennio dei pesi massimi, insieme ad Evander Holyfield che occupa l'ottava posizione e che fu bronzo tra i cruiser ai Giochi di Los Angeles 1984. Passato al professionismo subito dopo le Olimpiadi, Holyfield diventerà campione del mondo dei cruiser, successivamente indiscusso, e nel 1990 indosserà anche tutte le cinture di campione dei pesi massimi.

L'unico ad aver perso e riconquistato il titolo quattro volte, intramontabile.

Da Smokin' Joe a Money

Joe Frazier è al settimo posto, vinse il titolo olimpico dei pesi massimi a Tokyo 1964 e passò professionista l'anno successivo. Campione del mondo durante il periodo di fermo di Muhammad Ali, fu comunque l'uomo che diede all'ex campione la chance di tornare sul ring, battendolo nel 1971. Perse il titolo nel 1973 dopo un terrificante KO che gli venne inflitto da George Foreman, in seguito affrontò altre due volte Ali perdendo in ambedue le circostanze, l'ultimo match a Manila nel 1975 fu il più violento e drammatico della trilogia.

Abbiamo citato George Foreman, lo piazziamo al sesto posto. Big George vinse l'oro olimpico a Città del Messico 1968 e passa alla storia come uno dei più potenti picchiatori tra i pesi massimi.

Dopo aver detronizzato Frazier, perde il titolo nel celebre 'Rumble in the Jungle' del 1974 al cospetto di Muhammad Ali. Abbandona il ring nel 1977 e vi fa ritorno dieci anni dopo scrivendo un'altra grande storia: nel 1994, infatti, all'età di 45 anni riconquista il titolo dei pesi massimi ed è ancora oggi il più anziano iridato della storia della categoria.

In quinta posizione Pernell Whitaker, oro olimpico nella categoria dei pesi leggeri ai Giochi di Los Angeles 1984. Il suo stile difensivo è stato tra i migliori in assoluto nella storia del pugilato, Whitaker è stato campione del mondo in quattro divisioni di peso e indiscusso tra i leggeri. Riteniamo controverse le decisioni che lo videro soccombere a José Luis Ramirez nel 1988 e pareggiare con Julio Cesar Chavez nel 1993, in entrambi i casi avrebbe meritato la vittoria.

Ai piedi del podio Floyd Mayweather che mise al collo la medaglia di bronzo ad Atlanta 1996 nella categoria dei pesi piuma dopo aver perso in maniera contestabile la semifinale. La sua carriera da professionista starebbe stata infinita e lo avrebbe portato a vincere il titolo in ben cinque differenti divisioni di peso. Di fatto è tra i pochi pugili ad aver appeso i guantoni al chiodo senza la macchia di una sconfitta.

Il nostro podio

La nostra medaglia di bronzo olimpica all times la mettiamo virtualmente al collo di Roy Jones. In realtà fu 'scippato' di quella d'oro nella finale dei medio leggeri dal sudcoreano Park Si-Hun alle Olimpiadi di Seul 1988, in un combattimento assolutamente contestato e contestabile nel verdetto.

Jones da professionista è stato campione del mondo dei pesi medi, supermedi e dei cruiser, prima di passare tra i pesi massimi e vincere il titolo nel 2003. In oltre un secolo di storia del pugilato è stato il primo a vincere il titolo dei massimi iniziando la sua carriera da professionista tra i medi.

Al secondo posto Sugar Ray Leonard, uno dei pugili più tecnici che che siano mai saliti sul ring. Leonard vinse l'oro ai Giochi di Montreal 1976 nella categoria dei superleggeri e da professionista ha segnato un'epoca assolutamente straordinaria della boxe insieme a campioni del calibro di Thomas Hearns, Roberto Duran e Marvin Hagler. Ha indossato la cintura di campione del mondo in cinque diverse divisioni di peso, ma sono stati i combattimenti memorabili contro gli avversari citati, tra i più belli ed intensi della storia di questo sport, a renderlo immortale.

A proposito di immortali, il nostro re non può che essere Muhammad Ali. Si chiamava ancora Cassius Clay quando vinse la medaglia d'oro dei mediomassimi ai Giochi di Roma 1960. In seguito, da professionista, avrebbe riscritto la storia dei pesi massimi con uno stile di combattimento assolutamente innovativo. Esiste 'un prima e un dopo Muhammad Ali', protagonista di un'epoca d'oro, la migliore di sempre della categoria regina e diventato leggenda per le sue sfide a Frazier e Foreman, ma anche per le sue lotte fuori dal ring e la sua disobbedienza civile. Leggenda vuole che abbia gettato la sua medaglia sul fondo di un fiume in un momento di rabbia, dopo che gli fu negato l'ingresso in un locale riservato esclusivamente a 'persone bianche', ma probabilmente è solo una leggenda anche se, di fatto, il giovane Clay perse la sua medaglia romana.