Diego Godin, difensore uruguaiano classe 1986, nella vittoria di ieri sera dell'Atletico Madrid sulla Juventus ha stupito tutti con una prova di solidità e carattere, a cui ha aggiunto un gol che rende il passivo piuttosto pesante in vista del ritorno. Finisce 2 a 0 al Wanda Metropolitano e il tutto arriva a poche ore dall'annuncio di Sky, secondo cui è ormai fatta per il suo trasferimento all'Inter per la prossima stagione. Uno dei sovrani della "Garra Charrua", salvo sorprese, sarà quindi il nuovo leader difensivo dell'Inter per i prossimi due anni.

Futuro nerazzurro

Prima della partita arriva da SkySport24 l'annuncio tanto atteso. Secondo quanto riportato, sarebbe tutto fatto per il trasferimento di Diego Godin all'Inter, col giocatore che avrebbe apposto la propria firma su un pre-contratto. Il quale diverrà un contratto a tutti gli effetti il 1° luglio 2019, rapporto che avrà la durata di due stagioni, a cui si aggiunge un'opzione per la terza, a seconda del rendimento del classe 1986, leader e capitano dell'Uruguay.

Come detto in precedenza, Diego guadagnerà 4,5 milioni a stagione, con bonus facilmente raggiungibili per arrivare a 6. L'Inter si assicura un vero e proprio campione, che ha la capacità fondamentale di guidare il reparto difensivo.

Molte sono state le perplessità e le critiche nei confronti dei suoi 33 anni già compiuti, ma il roccioso centrale continua a rispondere ai detrattori con prestazioni di gran livello.

Godin: gol, leadership e 'Garra Charrua'

E' di altissimo livello la gara disputata dal monumentale difensore sudamericano ieri sera al Wanda Metropolitan contro la Juventus.

Godin riesce a dominare su ogni duello aereo, battagliando contro avversari come Mario Mandzukic e Cristiano Ronaldo, a cui non ha concede quasi nulla. Imperiosi i suoi stacchi di testa, che ripuliscono sempre l'area in maniera impeccabile. Anticipare chiunque gli si trovi di fronte sembra essere una formalità per "El Flaco", che si esibisce nel fondamentale con grande eleganza.

Estremamente attento ai movimenti degli attaccanti, non permette quasi mai loro di prenderlo alla sprovvista, coprendo anche le falle lasciate dai terzini proiettati in fase offensiva. Nell'uno contro uno risulta praticamente impossibile saltarlo, con Paulo Dybala e Cristiano Ronaldo che si trovano bloccati a qualsiasi tentativo di creare superiorità numerica. Godin guida il reparto con autorevolezza, indicando la strada del successo ad ognuno dei suoi compagni. Anche l'impostazione della manovra è nelle sue corde, infatti dispensa passaggi a volte basilari ma sempre intelligenti.

La sua "Garra Charrua" e la leadership da capitano vero, sono la chiave del successo "colchonero" al Wanda Metropolitan di Madrid.

Dopo il vantaggio del connazionale José Maria Gimenez, che è cresciuto a sua immagine e somiglianza, anche Diego trova il gol sugli sviluppi di un calcio d'angolo al minuto 83. Dopo il tocco di Mario Mandzukic (assist involontario), c'è il tiro dell'uruguaiano deviato da Cristiano Ronaldo, su cui Szczesny fuori dai pali non può nulla. Ma ciò che impressiona di più nel giocatore di Montevideo è la voglia di vincere, stigmate del campione che riesce a trasmettere a tutto il gruppo. La forza della determinazione, quella che permette di trionfare anche avendo di fronte a contendenti apparentemente invincibili, che sembrerebbero sulla carta fuori portata. La predisposizione a mettere tutto sé stesso per il successo collettivo, non mollando di un centimetro in ogni frangente.

Un calciatore importantissimo a livello tecnico e umano, che può fare la differenza in qualsiasi team, con la sua innata personalità e competitività.

Nello scacchiere tattico dell'Inter

Diego Godin è un difensore che eccelle nella difesa a quattro, fortissimo in fase difensiva ed utile ed efficace in impostazione. Come dimostrato ieri, sa anche rendersi estremamente pericoloso in fase offensiva, segna spesso sugli sviluppi delle palle inattive. Potrebbe anche giocare nella difesa a tre, disposizione nella quale agirebbe da centrale centrale laterale destro, con Stefan De Vrji al centro e Milan Skriniar a sinistra. In questo caso, lui e Skriniar potrebbero essere essenziali per coprire le spalle a De Vrji, che avrebbe minori responsabilità a livello difensivo e maggiori libertà in impostazione.

L'olandese potrebbe riuscire a tirare fuori il meglio di sé come "direttore d'orchestra", coi suoi innumerevoli suggerimenti degni di un buon centrocampista. All'occorrenza, Diego potrebbe anche ricoprire il ruolo di terzino destro, posizione in cui ha giocato saltuariamente nella sua carriera con risultati rispettabili grazie alla buona velocità.