Come recita una famosissima frase attribuita a Giampiero Boniperti "Vincere non è importante: e la sola cosa che conti"; la vittoria, soprattutto nel calcio e nelle partite importanti, è fondamentale. Ma, a certi livelli, non conta solo il risultato, conta anche vincere con stile. E secondo il parere di Cristophe Dugarry il 20 febbraio l'Atletico di Madrid ha vinto battendo la Juventus per 2-0 ma ha subito una doppia caduta di stile. Infatti sia l'allenatore dell'Atletico Diego Simeone che gli stessi tifosi dei "Colchoneros", secondo il Campione del Mondo 1998, si sono comportati in modo "vergognoso" dimenticando completamente che stavano assistendo ad una partita di calcio e non ad "una guerra".
Le critiche di Dugarry all'andamento della partita
L'ex attaccante del Milan, nel corso di un'intervista radiofonica all'emittente "RMC Sport," ha analizzato puntualmente tutto l'andamento della partita di Champions League tra Juventus e Atletico di Madrid. Per Dugarry, almeno per tutto il primo tempo, la partita dell'Atletico si è svolta in maniera alquanto caotica senza seguire un preciso schema tattico e, per di più, priva di un elevato tasso tecnico. Dugarry nota, invece, come i giocatori della squadra spagnola abbiano cominciato sin da subito a "urlare contro l'arbitro come dei furetti".
Il comportamento vergognoso di Simeone e tifosi
Quello che ha lasciato basito Dugarry, comunque, è avvenuto dopo.
L'opinionista sportivo ha chiaramente sentito e visto dei tifosi che auguravano la morte a Cristiano Ronaldo. E dopo il primo goal dell'Atletico il gesto di mostrare i genitali di Diego Simeone è stato altrettanto "vergognoso". Gesti del genere, secondo il campione del mondo francese, oltrepassano i limiti. A parere di Dugarry sembrerebbe quasi che l'Atletico di Madrid abbia bisogno di creare un nemico da abbattere.
Ma l'ex attaccante ricorda che si tratta pur sempre di calcio e non di una guerra.
Dugarry, comunque, riconosce che nonostante tutto l'Atletico di Madrid ha vinto e, quindi, gli ha fatto i complimenti. Anche perché, come dimostrato nella seconda frazione di gioco, "se vogliono sanno esprimere anche un bel calcio. E senza bisogno di gesti eccessivi e plateali".
D'altra parte, per dovere di cronaca occorre precisare che Diego Simeone ha poi presentato delle scuse ufficiali per quel gesto, dettato a suo dire solo dall'emozione del momento e che non voleva assolutamente essere indirizzato alla squadra o ai tifosi bianconeri. Ma è certo che, almeno fino alla partita di ritorno del 6 marzo, sarà difficile dimenticarlo.