«L'educazionedovrebbe inculcare l'idea che l'umanità è una sola famiglia con interessi comuni. Che di conseguenza la collaborazione è più importante della competizione – sosteneva Bertrand Russell, celebre filosofo, scrittore e logico la cui lunga vita l’ha visto scavalcare il termine del XIX Secolo e arrivare fino agli anni ’70 del XX.

Un processo quello educativo che per quanto riguarda bambini e ragazzi è svolto sostanzialmente da due istituzioni: la famiglia e la Scuola. Un tempo strettamente legati, questi due poli hanno progressivamente finito con il divaricarsi, con l’allontanarsi, fino ad una vera e propria diatriba aperta che ha proprio tutto della competizione e nulla o quasi della collaborazione.

La lettera del padre contro i compiti delle vacanze

Per tutta la settimana il contenuto di una lettera scritta da Marino Peiretti ha infiammato social network, radio, televisioni e pagine di quotidiani, dividendo il pubblico in sostenitori e detrattori. La missiva, spedita e accettata come già l’anno scorso dagli insegnanti della Scuola Media Vidoletti di varese, ha raggiunto precipitosamente l’onore delle cronache una volta che l’autore l’ha inserita nel contesto di Facebook,

«Vorrei informarvi che come ogni anno mio figlio non ha svolto i compiti estivi – questo l’esordio del testo, diretto subito al nocciolo della questione. Perché il Signor Peiretti, operaio in cassa integrazione, musicista e padre di Mattia, di saggi brevi, operazioni matematiche, pagine di storia e geografia assegnati agli studenti per le vacanze non vuole proprio sentir parlare.

«Voi avete nove mesi per dargli nozioni e cultura, io tre mesi per insegnargli a vivere – si continua a leggere. Indicato come “deleterio” il programma educativo convenzionale, papà Marino ha cucito un suo piano alternativo attorno alle misure di Mattia: lunghe pedalate in bicicletta, esperienze di campeggio, gestione della casa, attività in cucina, costruzione manuale di una scrivania e, soprattutto, il sostegno nella grande passione del ragazzo, ovvero la programmazione e l’elettronica.

Dalle indicazioni dei professori, un suggerimento viene accettato: la lettura di due romanzi di Jules Verne e di uno di Isaac Asimov.

Il decalogo al contrario del Preside rivolto ai genitori

Ripresa oggi sabato 17 settembre dagli organi d’informazione e posta come effettivo contraltare alla prospettiva del genitore di Varese un’altra lettera, questa volta a firma del Preside del Liceo scientifico Fermi di Bologna Maurizio Lazzarini.

Un testo ironico e intriso di una certa amarezza che il capo dell’istituto ha voluto inviare alle famiglie dei suoi circa 1500 studenti come benvenuto in occasione del nuovo anno accademico, incentrato sul rapporto ormai deturpato che intercorre tra i due poli educativi, famiglia e scuola.

In poche righe, ecco le dieci mosse perfette che i genitori devono compiere per delegittimare completamente i luoghi d’insegnamento:

  1. Evitate di parlare con i docenti
  2. Sostituitevi ai vostri figli: cercate di eliminare tutte le esperienze che possano metterli in difficoltà
  3. Non controllate mai il registro elettronico (mi fido…)
  4. Credete loro anche contro l’evidenza
  5. Date sempre la colpa alla scuola
  6. Giustificateli sempre e comunque (poverini…)
  7. Non sosteneteli nel loro impegno quotidiano (quanta fatica…)
  8. Non premiate mai il loro sforzo
  9. Date assoluta importanza più al voto che alle cose che imparano ed alla loro crescita
  10. Non ascoltateli quando vi parlano di sé e dei loro problemi extrascolastici

«Non ci dovrebbe essere distanza tra vita e formazione, come invece ritengono alcuni genitori contrari all’assegnazione di compiti estivi.

Se passa l’argomento che “loro” insegnano la vita mentre “noi” ci limitiamo a inculcare nozioni, viene meno una colonna portante nella crescita di una bambino, ovvero quella dimensione scolastica fatta di progresso nelle discipline e maturazione della sfera socialità – ha commentato il Preside Lazzarini, agganciandosi all’episodio di Varese.