Nonostante la Brexit, gli accordi di uscita dall'Europa ancora incerti e preoccupazioni più o meno motivate il Regno Unito rimane un bacino economico vivace e capace di offrire posti di Lavoro. Brexit o non Brexit il lavoro infatti continua ad esserci. A dimostrarlo è una ricerca che è stata pubblicata da CBI (Confederationi British Industries), organismo molto simile a Confindustria, e da Pertemps, agenzia di lavoro interinale. L'indagine riporta che il 41% delle aziende intervistate, su un totale di 353 ha dichiarato di avere intenzione di assumere più personale.

Il campione di aziende scelto è da considerarsi significativo dato che la totalità di queste aziende impiega 1 milone e 200 mila dipendenti.

I dati dell'indagine

I dati raccolti dall'inchiesta dicono che il 58% delle aziende è comunque preoccupata dai possibili effetti negativi della Brexit, nella misura in cui questa possa limitare l'ingresso di lavoratori specializzati. La maggioranza del campione (76%) è d'accordo ritiene importante conservare il proprio staff, farlo crescere e coltivarne le abilità, prendersene cura attraverso meccanismi di promozione e benefit. Non è una misura considerata giusta solo per il buon vivere lavorativo, ma addirittura qualcosa di vitale ed indispensabile per un'azienda dalle larghe prospettive, che voglia continuare ad espandersi e allo stesso tempo consolidarsi sul mercato.

Altro dato importante è che il 26% delle industrie prese in esame hanno tra i loro piani diversi progetti di apprendistato. Viene riconfermata quindi la volontà di creare non solo nuovi posti di lavoro ma anche nuovi professionisti.

Le parole del vice-direttore generale della CBI, Josh Hardie

Il vice direttore generale della CBI ha detto la sua sull'argomento: "L'industria è pronta al 100% a ricavare il meglio dalla Brexit.

Comunque, questa indagine mostra la preoccupazione per gli effetti a lungo termine della Brexit e come l'Inghilterra possa risultare poco attrattiva come polo del lavoro e degli affari. Portando avanti la nostra strategia industriale e cercando di inquadrare quali saranno i futuri accordi tra Regno Unito e Europa, potremmo assicurare che non saranno molti gli effetti negativi sul mercato del lavoro".