Il GIP del Tribunale di Napoli Nord ha emesso un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di un professore di scuola media dell’hinterland partenopeo, indagato per “Stalking” nei confronti di una ragazzina di 14 anni, sua allieva. Per il professore vige il divieto, imposto dall’Autorità Giudiziaria, di avvicinarsi a meno di mille metri dai luoghi abitualmente frequentati dalla 14enne.

La persecuzione, da parte del professore, è iniziata nel marzo 2015, quando la ragazzina ancora frequentava la scuola media nella quale insegnava il docente. Alle prime molestie, durante le quali il prof diceva di essere innamorato della ragazzina, se ne sono poi susseguite altre, sempre più pressanti.

All’opposizione da parte della studentessa alle molestie del professore, il 55enne ha iniziato ad infliggere umiliazioni pubbliche davanti alla classe, corredate da insulti ed ingiurie, e minacce nel caso in cui ne avesse parlato con i genitori. La situazione, divenuta ormai insostenibile per la ragazza, le aveva indotto dei gravi disagi psicologici: la studentessa non voleva più uscire di casa, aveva crisi di pianto durante l’intera giornata, assumeva comportamenti autolesionisti, infliggendosi tagli sulle braccia, e ad un certo momento aveva persino meditato il suicidio.

Allarmato da questi atteggiamenti della ragazza ed insospettito dal suo improvviso cambio di comportamento, il padre ha controllato il cellulare della figlia, riscontrando la ricezione, in soli due mesi, di 700 telefonate e 600 sms, con contenuti espliciti e persecutori, da parte del professore.

La persecuzione è durata fino all’ottobre 2016, quando il professore è stato avvistato dalla mamma di un’amica della vittima, nei pressi della casa della studentessa, ormai liceale, al suo primo giorno di scuola.

Il genitore, assistito dai legali Angelo e Sergio Pisani, ha così immediatamente sporto denuncia ai Carabinieri, i quali hanno subito iniziato le indagini.

Il professore pare avesse, in un’occasione, aggredito anche lo zio della ragazzina, il quale aveva cercato di fermare il docente che tentava di baciare la nipote sulla strada.

Il pm della Procura di Napoli autore del rinvio a giudizio, aveva richiesto gli arresti domiciliari per l’uomo, non concessi poi dal Gip. Il professore risulta essere ancora in servizio presso la stessa scuola.

I difensori della famiglia della vittima vorrebbero che venissero applicate misure cautelari più restrittive nei confronti del persecutore, "come merita chi viola la serenità e crescita di un minore", ha dichiarato l’avvocato Pisani in un’intervista.