Alberto Airola senatore del MoVimento 5 Stelle avrebbe tentato di togliersi la vita nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 agosto. La notizia è stata riportata dal quotidiano piemontese La Stampa e ripresa in queste ore da altre testate nazionali. Il senatore vicino a Luigi Di Maio, noto per le sue posizioni No Tav, ha lasciato una lettera di addio ai famigliari ed un messaggio per le forze dell'ordine. Airola, salvato dal tempestivo arrivo dei soccorsi, è ricoverato all'ospedale Giovanni Bosco di Torino, ma non sarebbe in pericolo di vita.

Il gesto disperato

Alberto Airola, componente della commissione di vigilanza Rai e noto per aver sposato, fin dagli albori "i valori e il motivi democratici" del movimento di protesta No Tav, ha tentanto di togliersi la vita. Il senatore pentastellato è stato ritrovato la notte scorsa, nella vasca da bagno - illuminata da candele - della sua abitazione (nel difficile quartiere Aurora, alla periferia di Torino). Sanguinante, Airola, aveva accanto a sé un flacone di ansiolitici.

I sanitari del 118 erano intervenuti sul posto avvertiti dalla sorella Gisella, medico agopunturista. La donna, che si trovava nelle Valli di Lanzo (sulle Alpi Graie piemontesi, tra la Valle dell'Orco e la Val di Susa) dopo aver cercato, invano, di mettersi in contatto con il fratello Alberto, giovedì notte si era subito precipitata in città e, temendo il peggio, aveva chiamato il 112.

Nelle scorse settimane, infatti, le condizioni psichiche di Airola erano precipitate.

Il senatore Airola è stato trasportato, subito, all'ospedale Giovanni Bosco di Torino e, nella serata di ieri - venerdì 17 agosto - è stato dichiarato fuori pericolo di vita.

Il senatore del M5S, prima di tentare il suicido avrebbe lasciato due lettere: una ai famigliari (poche righe, scritte di getto, con le sue ultime volontà) ed un'altra alle forze dell'ordine (al fine di fugare ogni dubbio relativamente alla paternità del gesto).

Un anno fa aveva subito un aggressione

Lo scorso anno, a settembre, l'onorevole Airola, 48 anni, era stato aggredito nei pressi dei giardini Alimondi, in corso Giulio Cesare, a due passi dal suo appartamento, da due uomini di origine nordafricana. Il pentastellato aveva ripreso un gruppo di ragazzi che facevano troppo baccano e, per tutta risposta, i due lo hanno preso a pugni e poi, dopo avergli sottratto il telefono cellulare, lo avevano lasciato a terra.

Soccorso da alcuni residenti, il senatore grillino, era stato accompagnato al vicino ospedale per le medicazioni del caso. In quell'occasione aveva riportato solo qualche contusione ed era stato dimesso dopo poche ore.