Ormai siamo vicinissimi all’inizio della 69° edizione del Festival di Sanremo, la kermesse canora più seguita dal pubblico italiano, in onda dal 5 al 9 Febbraio su Rai Uno. Che siate appassionati o meno di musica, sicuramente durante quella settimana, non riuscirete ad isolarvi dal gran clamore che da sempre l’Ariston raccoglie intorno a sé.

Tuttavia quest’anno c’è una novità, o meglio c’è una rivoluzione in corso che non passa inosservata scrutando i nomi dei cantanti in gara. Un recente studio condotto da Wintel Worldwide Independent Market sul mercato globale evidenzia infatti l’impatto economico della discografia indipendente e non lascia spazio ai dubbi.

Infatti, il 37% dei concorrenti in gara è prodotto da aziende indipendenti.

La PMI – Associazione dei Produttori Musicali Indipendenti, che rappresenta oltre il 20% della produzione musicale italiana, sarà presente alla sessantanovesima edizione del Festival della Canzone Italiana con i seguenti artisti: Arisa, Nino D’Angelo & Livio Cori, Ex-Otago, Ghemon, Motta, The Zen Circus, Ultimo.

I pionieri della scorsa edizione: lo Stato Sociale

Lo Stato Sociale è stata la prima band della seconda generazione indie (per intenderci quella esplosa nella seconda metà degli anni 2000) a riempire i palazzetti pur venendo da una piccola realtà come quella bolognese. Il palco dell’Ariston certamente non era tra i loro obiettivi principali da raggiungere, eppure la loro partecipazione al Festival ha scardinato quell’aura di aristocrazia musicale che da anni aleggiava sulla kermesse.

Carota (nome d’arte di Enrico Roberto dello Stato Sociale) in un’intervista rilasciata pochi giorni prima della scorsa edizione del Festival, aveva dichiarato: “Sono convinto che il prossimo anno sarà pieno di artisti del nostro giro. Io ad esempio ci vedrei gli Zen Circus: un pezzo come L’anima non conta è un brano incredibile, non capisco perché non potrebbe partecipare a un festival che porta sul palco il meglio della canzone italiana”.

Mai parole furono più premonitrici. A distanza di un anno ecco che gli Zen Circus sono tra gli artisti in gara della 69° edizione di Sanremo e di certo c’era da aspettarselo.

Gli artisti indie della 69° edizione del Festival

Passando in rassegna gli artisti in gara quest’anno, i nomi della scena indie più acclamati dal pubblico sono: The Zen Circus, gli Ex-Otago, Motta e Ghemon.

I primi porteranno sul palco dell’Ariston una canzone dal titolo “L’amore è una dittatura” e nella serata dedicata ai duetti canteranno con Brunori Sas, c’è da scommettere che renderanno felici i loro fan. Gli Ex-Otago, fratelli discografici de Lo Stato Sociale, gareggeranno con il brano “Solo una canzone”, una ballad che racconta una fase dell'amore meno inflazionata, quella dell'amore "adulto. Poi c’è Motta, schivo e riservato, che sceglie un brano impegnativo, si chiama Dov’è l’Italia” e guarda al nostro Paese con uno sguardo disincantato e allo stesso tempo innamorato. Infine Ghemon, dopo il duetto con Diodato e Roy Paci della scorsa edizione del Festival di Sanremo 2018, eseguirà sul palco dell'Ariston “Rose viola”, dopo aver calcato i palchi di tutta Italia e aver riscosso un successo enorme tra i giovanissimi e non solo.

Cosa dobbiamo aspettarci da questa rivoluzione

Senza dubbio Claudio Baglioni è un direttore artistico molto attento alla direzione musicale che l’Italia sta prendendo. Non è solo una questione di arrivare ad una fetta di pubblico di “giovanissimi”, perché non si tratta solo di tendenze che vanno di pari passo all’età anagrafica, bensì di un cambiamento della discografia che sta avvenendo su tutti i fronti. Ormai Spotify e i Social Network consacrano al successo brani che un tempo erano celebrati solo dalle radio. I tempi stanno cambiando e il Festival di Sanremo se ne sta accorgendo.