Poste italiane si appresta a varare un nuovo piano di reclutamento che dovrebbe comprendere circa mille nuove immissioni in servizio entro la fine di quest'anno e ben 7500 nel corso di tutto il prossimo anno 2019. Ad annunciarlo, come riporta "Il Sole24ore" è stato il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon che ha evidenziato anche i motivi che hanno portato a quello che, lui stesso, ha definito come un "grande risultato". E tale risultato si collega direttamente, nel ragionamento di Durigon, alla riforma della Legge Fornero voluta fortemente da M5S e Lega di Matteo Salvini.

Le motivazioni di Durigon

Il Sottosegretario al Lavoro ha spiegato più nel dettaglio il collegamento tra la riforma delle pensioni e le assunzioni prossime di Poste italiane. Infatti, grazie alla riforma della Legge Fornero e, in particolare, con l'introduzione di Quota 100 sarà possibile far uscire dal mondo del lavoro centinaia di migliaia di persone e, di conseguenza, rendere disponibili questi posti di lavoro per altrettanti giovani. Il collegamento con il piano di reclutamento di Poste italiane deriva anche dal fatto che proprio in concomitanza con l'annuncio di voler introdurre Quota 100 o, comunque, di voler riformare il sistema previdenziale, Poste ha anticipato le assunzioni concordate con i sindacati a giugno, e che dovevano essere spalmate tra il 2018 e il 2020, al prossimo anno.

Cosa prevede l'accordo di giugno

In base all'accordo tra Poste italiane e i Sindacati maggiormente rappresentativi sottoscritto si sarebbe dovuto procedere ad un totale di 7580 assunzioni nell'arco del triennio 2018/2020, di cui almeno 1580 entro la fine del 2018. Non solo, ma come fa notare il quotidiano della Confindustria, l'accordo del 13 giugno 2018 prevedeva anche la stabilizzazione di diversi rapporti a tempo parziale.

Di conseguenza, a partire da questa tornata di assunzioni dovrebbe crescere la percentuale di lavoratori con un contratto a tempo indeterminato, rispetto anche al passato più recente.

L'accordo, infatti, prevedeva l'utilizzo dell'istituto della mobilità provinciale, regionale e nazionale per la copertura di almeno il 50% delle posizioni scoperte o coperte con dei contratti part-time.

D'altra parte il piano di reclutamento di Poste italiane prevedeva anche un piano di uscita per circa 3000 lavoratori all'anno fino al 2022. Anche se, occorre precisare, che il piano di giugno prevede diversi incentivi all'uscita per quei lavoratori che scelgono liberamente e "su base volontaria" di collocarsi fuori dall'azienda partecipata dalla Cassa Depositi e Prestiti.

In particolare, oltre ai casi dei lavoratori che, per raggiunti limiti di età, vanno naturalmente in pensione, le Poste italiane hanno predisposto tutta una serie di incentivi al pre - pensionamento. Ed il piano sta procedendo spedito in questa direzione. Infatti, come evidenzia il quotidiano della Confindustria, nel primo semestre dell'anno sono usciti da Poste italiane circa 2700 lavoratori.