Riforma della Scuola naufragata, riassetto del comparto previdenziale balbettante, un modo di fare di politica troppo accentratore e poco incline al dialogo: paiono questi i principali fattori alla base dell'emorragia di consensi che il Pd di Matteo Renzi continua a subire orma di svariati mesi. Gli ultimi sondaggi politici aggiornati ad oggi 15-06 parlano chiaro: il PD è tra il 36 e il 34%, dato quest'ultimo che segna il minimo storico rispetto al risultato delle Europee che sembrano risalire ad una vita fa. Il plebiscito con cui si impose allora il Premier faceva ipotizzare scenari di ben altro tenore e invece oggi non si può non certificare un trend inverso. A salire sono la Lega Nord e il M5S, con Grillo e Salvini sempre più capaci di costruire le proprie fortune sulle 'disgrazie' del Premier. Anche il noto giurista Stefano Rodotà ha recentemente criticato l'atteggiamento di Renzi che 'sbaglia nel considerare la società italiana come un blocco unico e sbaglia nel non voler parlare coi sindacati perché la storia d'Italia dice tutt'altro'.

Dati ultimi sondaggi politici oggi 15 giugno: Lega Nord e M5S su, PD di Renzi giù, verosimile un cambio al vertice?

A finire sotto la nostra lente d'ingrandimento sono state le rilevazioni Piepoli e Swg. Partendo dalle prime, il PD di Renzi viene dato al 36% in calo di un punto percentuale. Il M5S viene invece stimato al 23%, con la Lega Nord, in grande crescita, a piazzarsi più in giù a quota 16,5% (per il Carroccio la crescita stimata è di un punto percentuale). Incrociando gli ultimi sondaggi politici relativi ad oggi 15 giugno con le nuove statuizioni contenute nell'Italicum vien da se come PD e M5S sarebbero i due partiti ammessi al ballottaggio. Molto simile il responso dei dati diffusi da Swg che stima in circa 2 milioni l'emorragia di voti per il PD: l'istituto statistico parla infatti di un Partito Democratico fermo al 34% in calo dello 0,9% rispetto ad una settimana fa. Dietro la Lega Nord viene data al 17% con una crescita dello 0,9% mentre il M5S risulta più o meno stazionario rispetto alle stime rese note dallo stesso istituto una settimana fa (il partito di Grillo si attesta al 21%). Se pensiamo che notoriamente i sondaggi elettorali Swg sovrastimano i dati sul PD (almeno questo è il trend che emerge dai confronti degli ultimi mesi) ben comprendiamo il calo del partito di governo, che dopo le Euorpee non era mai caduto 'così in basso'. Sin tanto che la distanza dai rivali sarà così ampia il premier Renzi potrà dormire sonni tranquilli, ma il futuro potrebbe rivelare brutte sorprese. Certo appare improbabile pronosticare un cambio al vertice nell'immediato, ma l'emorragia di consensi interni andrebbe comunque studiata. Il Premier dovrebbe probabilmente cercare di cambiare atteggiamento mostrandosi più collaborativo: una cosa è l'autoritarismo un'altra l'autorevolezza, la seconda appare ampiamente sufficiente per porsi in posizione di dialogo senza perdere la 'supremazia' derivante dall'essere il leader del partito di governo. E Voi? Da cosa crediate dipenda il calo del PD? Commentate l'articolo qui sotto esprimendo il vostro parere al riguardo.