I partiti si preparano ad affilare le armi in vista delle amministrative. A Milano, Roma e Napoli, la corsa alla poltrona di primo cittadino sfugge alle più logiche previsioni. Anche per questo le urne rappresenteranno un test sulla salute delle forze politiche e sull’appeal dei relativi leader, che gioco forza dovranno scendere in campo a sostegno dei candidati sindaci. È proprio sul nome dei concorrenti, tuttavia, che si sta assistendo a uno stallo importante. Le idee sono poco chiare e solo il Pd ha chiamato in causa la base con le primarie di coalizione.
All’ombra della Madonnina
A Milano il democrat Giuseppe Salacercherà di raccogliere l’eredità del sindaco uscente Pisapia. Quest’ultimo ha preferito farsi da parte con coerenza (come promesso all’atto della sua nomina), pur consapevole di avere davanti una strada in discesa per una riconferma. L’ex ad di Expo 2015 ha vinto per distacco su Francesca Balzani, il vicesindaco uscente promosso proprio da Pisapia. Nel centrodestra lo stallo è stato archiviato con il sì di Stefano Parisi: un nome frutto dell’asse Berlusconi-Salvini. Un romano trapiantato a Roma, un tecnico della politica. Idee poco chiare a Sinistra, con Giuseppe Civati deciso a proporre un’alternativa: “Noi di Possibile, Rifondazione, Socialisti, dissidenti di Sel, insieme per promuovere qualcosa di più grande e milanese”.
La confusione nella Capitale
Archiviata la stagione Marino (che pure non ha smentito l’ipotesi di una nuova discesa in campo), il PD ha lanciato Roberto Giachetti. È stato lo stesso Renzi a chiedergli un sacrificio, conscio della difficoltà e dell’impresa di dover recuperare la credibilità persa agli occhi dell’elettorato romano.
In corsa nelle primarie ci sarà anche Roberto Morassut, già assessore nella giunta Veltroni. Deciso a guastare la festa al suo ex partito è Stefano Fassina, che ha lanciato la sua nomination con Sinistra Italiana chiedendo il sostegno di Marino. È caos totale, invece, nel centrodestra dove i veti di Salvini hanno fatto naufragare il nome di Rita Dalla Chiesa.
Ora Berlusconi sta flirtando con Guido Bertolaso dopo aver accantonato l’ipotesi Alfio Marchini che correrà da solo.
L’imbarazzo partenopeo
A Napoli si è registrato il ritorno di Antonio Bassolino. Un personaggio scomodo ma imponente dal punto di vista politico, del quale Renzi avrebbe fatto volentieri a meno. Il PD è però convinto che le primarie potrebbero rivelarsi un boomerang per l’ex governatore. È in quest’ottica che via del Nazareno ha voluto forzare la mano con Valeria Valente. Una guerra in salsa PD che potrebbe avvantaggiare (come del resto è già successo nel 2015) Luigi De Magistris. Il “sindaco di strada”, partito in sordina, si è guadagnato sul campo consensi e credibilità. Che Napoli sia migliorata è un dato oggettivo, così come oggettivi sono rimasti i problemi di sempre (sicurezza, disoccupazione).
Per il centrodestra ci sarà Gianni Lettieri, imprenditore affermato e apprezzato da Berlusconi.
Il ritardo dei cinquestelle
In questo quadro il Movimento5Stelle deve scontare un ritardo causato da una differente diffusione nel territorio. Il direttorio cinquestelle ha ratificato il contratto di vincolo di mandato che i futuri candidati dovranno siglare. La scelta ha provocato malessere tra gli stessi big del Movimento, che comunque hanno difeso la scelta di Grillo e Casaleggio. Quel che è certo, è che i potenziali sindaci saranno scelti con il voto online. La rete si è espressa anche sui primi tre punti del programma per Roma: la mobilità e la manutenzione delle strade, la trasparenza e lo stop agli sprechi, l’emergenza rifiuti e la cura del territorio. “Ecco qui le tre priorità del nostro programma - ha commentato il consigliere uscente, Marcello De Vito - scelte a zero euro, senza voti doppi e code cinesi”.