La volata finale per il Campidoglio potrebbe riservare un clamoroso colpo di scena: Guido Bertolaso, candidato sindaco di Forza Italia, potrebbe rinunciare in extremis. Quella che al momento si configura solo come di un’indiscrezione, è in realtà la fotografia delle difficoltà di un’intera coalizione attonita dinanzi ai sondaggi elettorali. Silvio Berlusconi ha chiamato i suoi a raccolta per valutare il da farsi perché una sconfitta sonora, come quella che va profilandosi con l’ex capo della Protezione Civile, sancirebbe la peggiore chiusura di un’epopea politica costellata di successi.
È un momento cruciale per il vecchio leader che ha capito la necessità di dover limitare i danni a Roma se vuole riproporre l’ennesima candidatura per Palazzo Chigi. La consolazione - se può definirsi tale - è che nemmeno virando su Giorgia Meloni o Alfio Marchini, il Centrodestra avrebbe buone chance di vittoria. È da ciò che sorge il dubbio sulla possibilità di mollare o meno Bertolaso che, nel suo essere, ben rappresenta la concezione politica berlusconiana.
Scontro tra generazioni
La diatriba di Roma ben nasconde la lotta fratricida nel Centrodestra nazionale. Pur non volendolo ammettere, Berlusconi ha capito di essere stato messo in un angolo dai suoi stessi figli politici. È il caso dell’ex ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, che ha rotto gli indugi nella Capitale e ha sconquassato i piani dell’ex Cavaliere.
Il mancato sostegno al candidato sindaco di Fratelli d’Italia e Lega, però, resta una questione di principio per Berlusconi che non ha ancora dimenticato il dietrofront clamoroso su Bertolaso. A ridere lontano dalle luci dei riflettori è Matteo Salvini. Il leader del Carroccio ha colto il momento di grave difficoltà politica e umana del capo di Forza Italia e lo ha messo alle corde nella maniera più plateale.
Il referendum farsa su Bertolaso, il corteggiamento imposto a Berlusconi e mai ricambiato, il sostegno pubblico alla Meloni, fanno di Salvini il vero avversario politico - su scala nazionale - di Matteo Renzi.
La virata su Marchini
Berlusconi potrebbe aprire a un apparentamento con Alfio Marchini. Non è un mistero la simpatia tra i due che già si erano avvicinati all’alba della campagna elettorale.
Un matrimonio non concluso per la ferma volontà dell’imprenditore capitolino di proseguire libero dai partiti. Un veto che non lo ha tuttavia messo al riparo dal sostegno esterno del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. Con lo stesso schema potrebbe concludersi il gemellaggio con Forza Italiaimpegnata da una parte a limitare i danni e dall’altra a disturbare i piani di Salvini e Meloni. Su questa base l’intesa tra Marchini e Bertolaso è possibile con il primo nel ruolo di sindaco e l’uomo del fare nelle vesti di super manager. Nell’attesa di sbrogliare la matassa, Berlusconi ha rinnovato la sua stima per Bertolaso: “È l’unico professionista in grado di risolvere i problemi della Capitale d’Italia, risollevandola dal degrado in cui l’hanno condotta molti anni di malgoverno”.