Il movimento 5 stelle lancia l'esca ed il Pd abbocca, dopo le recenti provocazioni nei confronti del presidente del consiglio Matteo Renzi, inerenti al taglio degli stipendi dei parlamentari, la proposta di legge firmata M5S viene rimandata in commissione e non potrà proseguire il suo iter per essere discussa. La notizia della proposta di legge, era passata fino a pochi giorni fa in sordina e solo grazie al seguito mediatico di Beppe Grillo e del suo blog, è diventata in poco tempo virale ed ha raggiunto migliaia di contatti. L'invito, lanciato direttamente dal leader del movimento pentastellato, è stato quello di informare il popolo italiano dell'imminente discussione alla Camera dei Deputati, della legge sul taglio degli stipendi e delle spese sostenute dai parlamentari, al fine di mostrare a tutti la reazione dell'attuale governo.

Stipendi dei parlamentari dimezzati, è guerra con M5S

La proposta del Movimento 5 stelle consisteva nel dimezzare gli stipendi ai parlamentari ed eliminare le spese telefoniche sostenute da questi ultimi. Secondo quanto dichiarato dal portavoce dei 5 stelle, Beppe Grillo, la riforma avrebbe potuto far risparmiare agli Italiani una cifra che di aggirerebbe intorno ai 71 milioni di euro, facendo riferimento ai 51 milioni di euro prospettati dal governo con l'ultima riforma presentata.

Il PD ha rimandato la discussione della legge

Un sgambetto in piena regola quello che hanno sferrato gli attivisti del M5S nei confronti del PD. La teoria sostenuta da Beppe Grillo, consisteva nel dimostrare come il governo, nella persona di Matteo Renzi e del suo partito, avrebbero fatto in modo di non sostenere la legge su dimezzamento degli stipendi dei parlamentari, nonostante la propaganda del Si al referendum del 4 dicembre prossimo, fosse stata impiantata principalmente sulla riduzione dei costi della politica. Alcuni attivisti del movimento si sono radunati all'esterno di Montecitorio subito dopo il rinvio della discussione, per protestare contro i parlamentari del partito democratico.