Intervistato da Marco Antonellis per Dagospia, Alessandro Di Battista, uno degli uomini di punta del M5S, nonostante la decisione di non ricandidarsi in parlamento alle prossime elezioni, risponde su diversi temi dell’attualità politica. Parla di Matteo Renzi e di Banca Etruria, non certo in maniera lusinghiera (“il renzismo si è scavato la fossa”). Definisce “armi di distrazione di massa” la lotta alle presunte fake news (lanciata dai media e dai politici della casta per coprire le vere bufale) e l’altrettanto presunto rischio di un ritorno del fascismo.

Accusa l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, definito “il personaggio più pericoloso degli ultimi 60 anni”, di essere da sempre il “portavoce dell’imperialismo, sovietico e finanziario”. Risponde anche sui suoi trascorsi personali di ex elettore di sinistra e lettore di Repubblica prima di sposare la causa M5S. Ma, soprattutto, lascia la porta aperta a quello che definisce un “tavolo di intesa sul programma” con le altre forze politiche per formare un governo.

Di Battista si ricandiderà? ‘Non lo so’

Alessandro Di Battista rivendica orgogliosamente il fatto di aver cambiato “il volto della politica italiana e del Paese”, insieme ai colleghi del gruppo parlamentare M5S. Ma ammette anche di avere appreso, durante questa esperienza, che il fenomeno della corruzione rappresenti la “forma mentis” del potere, più ancora delle tangenti.

Pur confermando la decisione di non volersi ricandidare, ma di stare lavorando “a capofitto” per la campagna elettorale del movimento, Di Battista risponde con un interrogativo “non lo so” alla domanda su una sua possibile ricandidatura in un prossimo futuro.

Con chi governare?

Alessandro Di Battista si dice sicuro, e non potrebbe essere altrimenti, che il M5S riuscirà a governare l’Italia, riuscendo a “sfondare abbondantemente la barriera del 30%”.

È a questo punto che Dagospia gli domanda con chi vorrebbe condividere la responsabilità di governo nel caso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovesse decidere di assegnare l’incarico a Luigi Di Maio. Secondo Antonellis è “difficile ipotizzare altri scenari” di alleanza se non con la Lega di Matteo Salvini o con Liberi e Uguali di Pietro Grasso.

Di Battista, da consumato politico, decide di non rispondere direttamente, ma di prendere tempo. Intanto, ammette, bisognerà vedere il risultato ottenuto dal M5S, che presenterà “una proposta chiara e un candidato premier”. E solo nel caso in cui il Movimento non dovesse ottenere la “maggioranza assoluta” verrà proposto un “tavolo di intesa sul programma” allo scopo di non lasciare il “Paese nel caos”.

Il programma dei primi 100 giorni di governo secondo Di Battista

Quali dovrebbero essere i provvedimenti più urgenti che l’eventuale governo M5S dovrebbe adottare nei suoi primi 100 giorni? Di Battista non ha dubbi sulla volontà di uscire dalla “logica emergenziale”. Occorrono più “giustizia sociale”, lavoro per i giovani, investimenti su Sanità, Istruzione e Ricerca”. Inoltre, aggiunge, è necessario tornare a pensare ai “diritti economico-sociali” attraverso due semplici proposte: l’istituzione del reddito di cittadinanza e di una “banca pubblica di investimenti”.