Vittorio Sgarbi senza freni. Dopo una campagna elettorale sopra le righe, con siparietti online di dubbio gusto, insulti continui verso Luigi Di Maio, minacce ricevute nella zona di Pomigliano d’Arco e sbottate contro il ministro dell’ambiente proposto dal leader 5 stelle nella ormai famigerata lista mandata al Quirinale, l’ex sottosegretario del governo Berlusconi ed ex sindaco di Salemi, continua a far parlare di sé per quanto riguarda l’assessorato ai Beni Culturali della regione siciliana, guidata da Nello Musumeci e supportata da una coalizione di centrodestra.

La questione dell’assessorato e l’ultimo episodio in aula

Sempre protagonista Sgarbi. All’indomani dell’elezione a deputato, si è subito trovato al centro di un vero e proprio caso per quanto riguarda l’incompatibilità della carica di Assessore con quello di deputato. A questo si aggiungevano i non tanto amati 5 stelle che in regione presentavano una mozione di censura.

Le giornate sono state convulse. Prima Sgarbi ha detto di essere stato letteralmente cacciato da Miccichè e Musumeci, poi ha denunciato la mancanza di dialogo col governatore siculo asserendo che lo stesso gli debba la vittoria; in seguito ha affermato che avrebbe preferito continuare a fare l’assessore qualora gli fosse stato concesso.

Dal canto suo, proprio mentre Sgarbi tentava di aprire uno spiraglio, il presidente Musumeci ha troncato sul nascere ogni speranza, dichiarando di aver in mente per l’assessorato un tecnico fuori dalle logiche partitiche con grande conoscenza del territorio.

Infine, il fondatore di Rinascimento ha dichiarato che si sarebbe dimesso una volta sbrigati gli affari correnti e al termine della verifica della giunta delle elezioni.

In questo tormentato susseguirsi di eventi, Sgarbi ha varcato dopo lungo tempo la soglia di Montecitorio come deputato, divenendone subito protagonista. Durante gli scrutini per l’elezione del presidente infatti, è stato più volte ripreso dal presidente pro tempore Roberto Giachetti, finendo per essere accompagnato fuori dall’aula.

Un inizio che si può definire scoppiettante.

Sputo in faccia ai 5 stelle

Il siparietto in aula è l’inizio del nuovo corso di Sgarbi che, a quanto pare, entro poche ore si dimetterà dalla carica di assessore per non essere sfiduciato da Musumeci che il noto critico d’arte taccia come ”dipendente dei 5 stelle”. Questo è solo l’inizio dell’attacco dell’assessore (quasi ex) al governatore.

Sgarbi afferma di voler chiudere qualsiasi rapporto politico con Musumeci, e si dichiara pronto ad affrontare de visu gli esponenti del Movimento che vogliono presentare la mozione di censura. L’ex sindaco di San Severino Marche infatti si dice pronto a confrontarsi con loro, parlargli e anche sputarli in faccia se necessario perché il linguaggio che usa è lo stesso che usa Grillo capace, secondo Sgarbi, di chiamare Umberto Veronesi con il soprannome Cancronesi.