In occasione della puntata di "DiMartedì" di questo 17 aprile è intervenuto Pierluigi Bersani, esponente di Articolo Uno - MDP e deputato rieletto alle scorse elezioni con Liberi e Uguali. Vediamo le parti salienti di quello che ha detto.
Bersani: 'Farei partire Governo 5 Stelle su 4-5 paletti'
Parlando dell'attuale fase di incertezza istituzionale Bersani ha detto: "5 Stelle e Lega sono un po' di fronte al Dilemma di Ovidio: né con te, né senza te posso governare. Loro pensano che questo sia solo il primo tempo di una partita, entrambi pensano che quello che sta fuori possa avere un punto di vantaggio per il secondo turno.
Nessuno dei due vuole che l'altro stia fuori. Mentre il PD potrebbe essere in condizione di sbloccare la situazione se avesse fatto una riflessione, strappandosi un po' la giacca, elaborando il lutto dopo il voto e provando a capire dove ha sbagliato: così invece mi pare in una situazione che rimane bloccata".
Pierluigi Bersani ha poi continuato: "Io ho un chiodo fisso da anni: penso e vedo che un pezzo di Italia non ne vuol sapere di élites, establishment e politicamente corretto, ma che vuole scenari nuovi. Io ho sempre pensato che sinistra e destra, ognuno dal proprio lato, dovessero fare i conti con questo con una sfida reciproca. E incalzare i 5 Stelle a uscire da questa visione tolemaica per farli inchinare alla democrazia parlamentare".
Sul piano concreto delle azioni pratiche, Bersani, precisando di parlare a titolo personale ha affermato: "Io direi: sentite un po' cari 5 Stelle, mettiamoci d'accordo su 4 o 5 paletti: Europa, equilibrio della finanza pubblica, investimenti per l'occupazione e il lavoro. Io direi ok, vi faccio partire, su questi punti, dicendo a Mattarella che quello che sto facendo è revocabile.
Poi vediamo. Tutto questo può anche finir male, ma almeno potremmo provarci. Io a suo tempo al M5S chiedevo questo, che mi facessero partire su 8 punti. Dissero no. Davanti a questa situazione ognuno ha l'obbligo di fare qualcosa per ricucire lo strappo fra un pezzo di paese e la Politica, e questa cosa rischia di proseguire per altri 5 anni di campagna elettorale permanente".
Bersani sui rapporti col PD? 'Si deve ricostruire grande area progressista plurale'
Pierluigi Bersani poi ha aggiunto: "Gli elettori ci hanno messo nel mucchio, me compreso: non siamo apparsi come quello di cui c'è bisogno. Io propongo un'azione collettiva, nella quale buttandoti in un contesto nuovo e sfidante, riesci a correggere meglio gli errori che hai fatto e i tuoi limiti". E a una domanda sul riprendere i rapporti col PD ha detto: "Io su questa base sono disponibilissimo assolutamente. In fondo penso che si deve ricostruire una grande area progressista plurale che sia alternativa a un'area di destra. Dopo di che, se al PD di adesso tutto questo non interessa niente, come d'altronde non interessava al PD di allora...
ricordo che 5 anni fa quelli che volevano far fuori me e quelli che volevano far fuori Prodi, che erano diversi, ma comunque erano tutti accomunati dal pensiero che la mia idea era velleitaria e che si dovesse parlare col centrodestra". E sull'ipotesi che anche i 5 Stelle possano far parte di un'area di sinistra, Bersani ha affermato: "Io non perdo la speranza che possano farne parte, ma so che è una cosa ancora da decidere anche per loro: le loro posizioni ambigue e ambivalenti non saranno consentite a lungo dalla logica dei fatti".
Sul cambio generazionale della classe dirigente a sinistra, Bersani ha detto: "Il ricambio è una cosa necessaria, se qualcuno mi garantisce che sparendo Bersani spunta un fiore io vado via subito.
Io ho il desiderio di dare un contributo perché il ricambio accada. Ma ne trovate molti altri che hanno rinunciato a fare il Presidente del Consiglio? Io l'ho fatto! Ho sempre pensato che rottamare non risolve niente. (...) La sinistra tutta, me compreso, stava perdendo la nostra ragione sociale e il rapporto con il popolo. Confermo che non siamo stati in grado di ribaltare questo fatto: questa è la mia autocritica".