Sentiamo ancora l’eco di quello che disse Matteo Renzi riguardo ad un accordo tra il Pd ed il Movimento 5 stelle, cioè: “sarebbe prendere i giro i nostri elettori”. Continua a ribadirlo l’ex leader e segretario dei dem, anche di fronte all’elenco che Luigi Di Maio gli evidenzia per sottolineare la possibilità di un accordo in vista dei punti convergenti del programma dei due partiti. Renzi sembra non volerne sapere, sarà negativa la sua posizione in sede della direzione tra pochi giorni, anche se si mette in dubbio la sua stessa presenza nell’occasione.

Il motivo? La campagna elettorale dei pentastellati. Hanno “condotto una campagna elettorale solo per mandare a casa il Pd e me, ora ci vengono a chiedere i voti per il governo? Non c’è un briciolo di coerenza in tutto questo” questa l’osservazione del leader di Scandicci che non lascia palesemente speranza sulla possibilità di un’intesa.

Così Renzi formalizza le sue dimissioni in vista del 3 maggio.

Nulla in potere di Di Maio che neanche con il lavoro, la giustizia, le tasse, la revisione del regolamento di Dublino, i costi della politica e tutti gli altri punti in comune con i dem sembra essere riuscito a convincere l’ex premier a dare il suo consenso. Ma il leader pentastellato continua sulla sua strada e afferma che il suo obbiettivo è il popolo italiano, non ha altri interessi e, per questo, non può far rientrare nel discorso problemi terzi che non farebbero che far rimanere ancora l’italia senza un governo e senza stabilità.

Si devono risolvere i problemi che gli italiani hanno evidenziato quindi gli interessa salire al governo per poterlo fare. Poi afferma: “Sono fiducioso. Sulla carta dei programmi ci sono tanti punti di convergenza”. Poi una provocazione, cioè “non ci illudiamo che i programmi elettorali abbiano sempre una valenza, ma adesso è il momento di mettere alla prova la politica“ cosicchè ci si possa accordare per portare a termine un progetto, perché si dimostri che non sono solo parole e che esiste la voglia di migliorare e lavorare coi fatti.

Il discorso di Di Maio punta a sottolineare l’importanza, nel movimento, dei problemi reali dei cittadini.

Il resto del Pd

Il presidente dem Andrea Orlando: “il 90% del partito è contrario ad un’intesa col Movimento 5 stelle”. Infatti un numero di persone tra i dem afferma di non volere alleanze inverosimili col movimento o inciuci con la destra, si sottolinea, al contrario, la necessità di discutere del calo del 18% dopo queste ultime disastrose elezioni.

Poi su Twitter un messaggio di Carlo Calenda, neo iscritto al Pd, che “minaccia” di ritirarsi nel caso il Pd dovesse accettare l’accordo con i 5 stelle: “Se il Pd si allea con il M5S il mio sarà il tesseramento più breve della storia dei partiti politici".