Darò una mano al Partito Democratico, ma da dietro le quinte. Parola di Matteo Renzi, segretario dimissionario dei dem, che è tornato in TV ospite di Otto e Mezzo su La7. Un’occasione propizia per attaccare a ruota libera i due non vincitori delle ultime elezioni politiche: Luigi Di Maio e Matteo Salvini. È contro i leader di Movimento5Stelle e Lega che Renzi si è scagliato mostrando, al tempo stesso, tutta la sua solidarietà nei confronti del maltrattato Capo dello Stato. “Mattarella ha una pazienza straordinaria” ha ammesso l’ex premier, ironizzando sul fatto che altri al suo posto avrebbero chiamato senza tentennamenti il 118.
Diversi i sassolini che si è voluto togliere dalle scarpe in riferimento agli svariati attacchi subiti nel recente passato. A cominciare dal “non è stato mai eletto dal popolo”, condizione del tutto analoga a quella che avrebbe rappresentato Giuseppe Conte premier del governo giallo-verde. Sul curriculum dell’avvocato più discusso d’Italia Renzi ha fatto un riferimento esplicito, calcando la mano sulle polemiche scaturite dal fact checking delle esperienze professionali pregresse. “Visto le sue abitudini - ha affermato facendo il verso ai Meme pubblicati sui Social - se avesse fatto l’esperienza di consigliere pastorale, avrebbe scritto rilevanti esperienze ecclesiastiche come monsignore”. Dopo aver messo nel mirino il nemico (con un passaggio obbligato a Di Battista figlio ma soprattutto padre), Renzi si è paragonato a un mediano “dopo aver fatto il centravanti” alle europee del 2014 e al referendum del 2016.