Di Battista fuori. Dal Messico e dall’intera America Latina, perché si starebbe spacciando per una persona di sinistra, quando invece fa parte del M5S e appoggia un governo ritenuto “fascista”. È questo, in poche parole, il senso di un cinguettio diffuso via Twitter, con tanto di hashtag #nolodejenentrar (non fatelo entrare), da un certo Nino Buenaventura. Tweet pubblicato quasi in contemporanea con un altro dello stesso tono, il cui autore si firma Perez Gallo, ma con un altro hashtag: #DiBattistaFueraYa (Di Battista fuori subito). La denuncia contro l’ex deputato M5S è grave: essersi introdotto in alcune comunità zapatiste del Chiapas facendo credere di voler difendere le ragioni dei rivoluzionari di sinistra, quando invece i suoi compagni italiani applicano politiche ritenute apertamente razziste.
Peccato però che, come hanno scoperto alcuni media, come il quotidiano online Next, i messaggi di cui sopra siano partiti veramente dal Messico, ma per mano di cittadini italiani residenti nel Paese sudamericano.
I cinguettii anti Di Battista pubblicati da italiani residenti in Messico
Il tweet pubblicato da un certo Nino Buenaventura il 26 settembre scorso (ripreso come Vangelo da quotidiano teoricamente autorevoli come Repubblica), oltre ad una immagine in primo piano di Alessandro Di Battista, contiene un appello verso le comunità di “resistenza” presenti in tutto il Sud America a stare attente ad un uomo che si aggira per il continente raccontando di stare facendo dei reportage favorevoli ai “processi di resistenza”.
In realtà, ammonisce Buenaventura, costui è uno dei leader del M5S, un “partito italiano” al governo che sosterrebbe “posizioni razziste e fasciste” contro gli immigrati.
@ale_dibattista es un politico de un partido que hace parte del gobierno racista y de ultraderecha italiano.
— Nino Buenaventura (@Ninobuenaventur) 26 settembre 2018
Aprovechándose de la hospitalidad de las comunidades centroamericanas intenta aparentar ser de izquierda mientras colabora con los fascistas.#nolodejenentrar pic.twitter.com/S5LpZB9hMx
Le rivelazioni di Next: Lorusso collaboratore di Espresso e Huffington Post
Quasi contemporaneamente gli fa eco il già citato Perez Gallo il quale, ripetendo più o meno le stesse accuse di fascismo, definisce addirittura Di Battista uno che “si presenta come hippie”.
Un doppio appello talmente drammatico e sentito da spingere immediatamente altri utenti a diffondere l’allarme anti fascista. Uno di questi si chiama Fabrizio Lorusso, ansioso di mettere in guardia le comunità zapatiste “contro eventuali strumentalizzazioni”.
Me llegó desde el Sur global y hago circular este interesante volante de alerta a las comunidades en resistencia latinoamericanas contra eventuales instrumentalizaciones. Se vale rolar @ChrisPeverieri @yabastaedibese @GGranato85 @LorenzaGhinelli @SerapazMexico @lhan55 @mexicoxpaz pic.twitter.com/E9z6Q9xeSD
— Fabrizio Lorusso (@FabrizioLorusso) 27 settembre 2018
Tempo poche ore, quando ormai l’hashtag #DiBattistaFueraYa è divenuto trending topic in Italia, che alcuni mass media, tra cui nextquotidiano.it, smascherano la presunta bufala scrivendo che gli account Twitter che hanno lanciato l’hashtag e che stanno diffondendo il messaggio di allerta “appartengono a cittadini italiani che per lavoro sono in Messico o in altri paesi del Sud America”.
È il caso, precisa Next, Di Perez Gallo e Nino Buenaventura, decritti come “due dottorandi”, ma anche di Fabrizio Lorusso il quale, “oltre ad essere docente/ricercatore a Città del Messico”, sarebbe anche “contributor per i blog de L’Espresso e dell’Huffington Post Italia”.