Il primo a compiere il fatidico ‘salto della quaglia’ dal M5S a Forza Italia è stato il deputato pentastellato Matteo Dall’Osso, finito tra le braccia di Silvio Berlusconi con la scusa che le sue istanze in favore dei disabili (lo è lui stesso) non sono state accolte dai perfidi sgherri di Luigi Di Maio. A quel punto, almeno nel partito azzurro e tra i mass media ‘amici’, si sono rotte le acque e tutti, a cominciare proprio dal Cavaliere, hanno cominciato ad adombrare l’ipotesi, a loro dire più che concreta, che decine di parlamentari a 5 Stelle siano pronti a compiere lo stesso percorso per formare un gruppo autonomo in soccorso del nuovo esecutivo di centrodestra, in modo tale da salvare la ‘cadrega’ e mantenere, anche nelle prossime legislature, i lauti stipendi che hanno cambiato loro la vita, visto che quasi nessuno di questi peones avrebbe un lavoro fuori dai palazzi del potere.

Una tesi senza fondamento sposata però immediatamente da giornali ‘autorevoli’ come Corriere della Sera e La Stampa.

Silvio Berlusconi apre la caccia ai ‘responsabili’

Se una decina di anni fa parlamentari voltagabbana come Sergio De Gregorio, Antonio Razzi o Domenico Scilipoti venivano definiti “responsabili” negli ambienti berlusconiani, ora la definizione utilizzata dal Cavaliere è diventata ancora più estesa. Qualche giorno fa, ospite alla presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa, Silvio Berlusconi, dopo aver lodato la scelta fatta da Dall’Osso, aveva dichiarato di non conoscere “i nomi”, ma di conoscere “i discorsi tra esponenti dei M5s e i nostri senatori per creare un gruppo autonomo di responsabili per dar vita a un nuovo governo”.

Insomma, la caccia ai parlamentari traditori è aperta, anche se il Cavaliere nega di aver fatto loro proposte economiche, ma resta convinto che siano loro stessi a voler cercare miglior fortuna in Forza Italia. L’idea dell’uomo di Arcore sarebbe quella di affidare le chiavi di Palazzo Chigi a Salvini, con lui a fare da cane da guardia e gli ex M5S nella parte degli ‘utili idioti’.

I numeri al lotto di Stampa e Corriere della Sera

Una ipotesi senza fondamento, visto che, se dovesse accettare queste condizioni, Matteo Salvini firmerebbe probabilmente la sua condanna a morte politica. E considerato anche il fatto che gli eventuali traditori del M5S si ritroverebbero a dover pagare ingenti multe al Movimento.

Fatto sta che i più quotati quotidiani italiani hanno subito fatto propria questa bislacca tesi. Ugo Magri racconta su la Stampa che Silvio Berlusconi si sarebbe vantato in privato di aver messo le mani già su 6 senatori grillini, con opzione per altri 6. E, visto che la maggioranza a Palazzo Madama può contare solo su 8 voti di vantaggio, si capisce come, se questo retroscena dovesse risultare vero, la fine del governo gialloverde potrebbe essere molto vicina. Alla Camera, poi, i pentastellati “delusi” sarebbero addirittura più di 20. Numeri al lotto ripresi come Vangelo anche dal ‘principe’ dei quotidiani italiani, quel Corriere della Sera che oggi, con Giuseppe Alberto Falci, scrive testualmente che al Senato “almeno 6 grillini” starebbero guardando “con interesse ad un approdo in FI”, mentre altri 10 (chi offre di più?) “sarebbero tentati di aprire un dialogo”. Immancabili anche quella ventina di deputati che, secondo il quotidiano milanese, avrebbero “manifestato un forte disagio”.