Una notizia improvvisa e non prevista che rischia di riaprire pesantemente le polemiche sulla gestione dei migranti, arrivata quasi in contemporanea con il probabile braccio di ferro tra il ministro Matteo Salvini e la nave dell'Ong Sea Watch, che si sta dirigendo verso Lampedusa per sbarcare 47 migranti raccolti al largo delle coste della Libia.

Il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l'autorizzazione a procedere contro il vice presidente del Consiglio per il caso della nave Diciotti. Il leader del Carroccio era stato indagato nella scorsa estate per sequestro di persona ma lo scorso novembre la Procura di Catania dispose l'archiviazione dell'inchiesta.

Per la Procura di Catania aveva agito in conformità dei suoi poteri di ministro

Se per il Procuratore di Catania, competente nel giudizio, il ministro Salvini aveva agito in conformità con i suoi poteri nel bloccare per giorni lo sbarco di 177 migranti dalla nave Diciotti, il tribunale dei ministri non è dello stesso parere confermando, in sintesi, le accuse che gli furono contestate dal Pm di Agrigento Luigi Patronaggio, il quale per primo aprì un fascicolo contro di lui.

Con l'atto di oggi il tribunale dei ministri di Catania dispone di inviare, come previsto dalla legge, l'intero fascicolo al Senato della Repubblica. Saranno quindi i colleghi di Matteo Salvini a decidere se abbia o meno commesso dei reati e se quindi debba andare o meno a processo.

L'immediata risposta di Salvini: 'Lo rifarei e lo rifarò: i porti rimarranno chiusi'

Con una diretta Facebook trasmessa nei minuti successivi ai lanci della notizia il leader della Lega ha immediatamente risposto al tribunale dei ministri e commentato in maniera sarcastica chiedendosi se si trovasse su 'Scherzi a parte', la popolare trasmissione di Mediaset.

Dopo aver illustrato gli atti appena ricevuti, ha rivendicato di aver bloccato la procedura di sbarco dei migranti dichiarando che "se questo è un reato mi dichiaro colpevole non solo per la Diciotti, ma di altrettanti reati per i mesi a venire".

Salvini invita i giudici del tribunale dei ministri a prepararsi a compilare altri atti di questo genere.

"Sono pronto anche all'ergastolo pur di bloccare lo sbarco dei migranti ed il business degli scafisti". Il suo sarcasmo si è poi rivolto al pool di giudici che ha ribaltato la sentenza. Infatti dagli atti emergerebbe che la loro decisione sia stata presa il 7 dicembre, ma comunicata solo oggi, a quasi due mesi di distanza. Un ritardo che Salvini ha commentato in maniera alquanto dura: “In un’azienda qualunque qualcuno dovrebbe dare delle risposte”.