Non solo il ministro dell’Interno Matteo Salvini è indagato per sequestro di persona a Catania per il caso Diciotti. Secondo quanto riporta questa mattina il Corriere della Sera, ripreso da tutte le maggiori testate italiane, ad essere iscritti nel registro degli indagati risultano ora i vertici del governo formato da M5S e Lega: il premier Giuseppe Conte, l’altro vicepremier Luigi Di Maio e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Zuccaro ‘costretto’ ad aprire un’inchiesta contro i vertici del governo M5S-Lega

I tre, nei giorni scorsi, avevano inviato alcuni documenti a Maurizio Gasparri, presidente della giunta per le Immunità del Senato, che martedì prossimo dovrà decidere se mandare o meno a processo il leader leghista.

Gasparri ha ‘girato’ l’incartamento alla procura di Catania guidata da Carmelo Zuccaro che, vista l’assunzione di responsabilità politica dell’intero esecutivo sul caso Diciotti, è stato praticamente costretto ad aprire un’inchiesta come atto dovuto. Zuccaro probabilmente chiederà l’archiviazione delle accuse, come già fatto per Salvini. Ma il Tribunale dei ministri catanese potrebbe respingere la richiesta. A quel punto, Conte, Di Maio e Toninelli dovrebbero passare anche loro per le ‘forche caudine’ della giunta per le autorizzazioni a procedere.

Il M5S pronto a farsi processare con Salvini

Martedì prossimo, 19 febbraio, la giunta per le Immunità di Palazzo Madama dovrebbe riunirsi per deliberare in merito alla sorte processuale di Matteo Salvini.

Il voto dei senatori M5S sarà decisivo. Si attende dunque con trepidazione l’esito del voto online degli iscritti alla piattaforma Rousseau. Il colpo di scena, neanche troppo inatteso per la verità, è arrivato però nelle ultime ore, con la notizia che anche i nomi di Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Danilo Toninelli sono finiti nel registro degli indagati della procura di Catania.

Come già accennato, il procuratore catanese Carmelo Zuccaro dovrebbe presto chiedere l’archiviazione, negli stessi termini per i quali la stessa richiesta era stata formulata per Salvini. Il problema, però, come già accaduto per il ministro dell’Interno, sarà la scelta che deciderà di prendere il Tribunale dei ministri della città siciliana, competente a indagare sui presunti reati dei membri di parlamento e governo.

Se, infatti, come spiega il Corriere, il Tribunale deciderà di richiedere l’autorizzazione a procedere contro i presunti sequestratori della Diciotti, Conte (in quanto ministro non parlamentare) e Toninelli (senatore) dovrebbero essere giudicati dalla giunta di Palazzo Madama, mentre Di Maio (deputato) da quella di Montecitorio. Se rinviati a giudizio, probabilmente i pentastellati si farebbero processare, come più volte da loro stessi sottolineato. Ma lo spettacolo di un intero governo alla sbarra probabilmente non andrà mai in scena.