Intervistata da La Stampa, l’ex ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento sotto il governo Renzi, Maria Elena Boschi, ha discusso della situazione politica attuale, incentrando però maggiormente la sua riflessione sia sugli arresti domiciliari previsti per i genitori di Matteo Renzi, sia a proposito dell’impedimento da parte degli attivisti M5S che Salvini finisse sotto processo per sequestro di persona per via del caso Diciotti.

Boschi: ‘Singolare la contestualità con la giornata in cui si votava su Rousseau’

Infatti, parlando di ambedue le faccende, la parlamentare del Partito Democratico ha dichiarato: “Io lo dico da avvocato, prima ancora che da politico, che obiettivamente in questo caso questo provvedimento cautelare ha degli elementi abbastanza, diciamo, discutibili dal punto di vista proprio dell’impianto giuridico, dal punto di vista delle motivazioni che sono state addotte e per le modalità con cui è stato eseguito.

Perché è singolare la contestualità con la giornata in cui sulla Piattaforma Rousseau si decideva sul salvare Salvini dal processo”.

Dopodiché, sugli arresti dei genitori di Renzi, la Boschi ha manifestato tutta la sua solidarietà e vicinanza all’ex sindaco di Firenze, affermando: “All’arresto dei genitori, Matteo Renzi ha reagito comunque con grande forza e con grande lucidità politica. Lui ha detto ovviamente che rispetta il lavoro della magistratura. Noi aspettiamo i tempi della sentenza quando ci sarà. Credo che anche stasera sia un modo per dire a Matteo Renzi che ha il nostro affetto e il nostro appoggio”.

‘I processi non si fanno sui social, ma nelle sedi opportune’

Infine, l’ex sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri sotto il governo Gentiloni ha lanciato una chiara e perentoria frecciata all’attuale esecutivo pentaleghista guidato dal premier Conte, sostenendo: “Noi non scappiamo dai processi, a differenza di Salvini che ha chiesto di non farsi processare, anziché accertare in tribunale la sua eventuale innocenza.

Lui ha deciso di chiedere e di sfuggire dal processo. Noi invece abbiamo detto che il processo ci deve essere e che è quella la sede in cui si devono accertare le eventuali responsabilità. Non certo però un talk show, non di certo i social. I processi non si fanno sui social e io ho detto e ribadisco che quello che non è accettabile è la gogna mediatica che c’è di fronte a fatti che invece dovrebbero riguardare le aule dei tribunali”.