Nicola Zingaretti non ci pensa proprio a difendere il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, offeso pesantemente con l’epiteto di “burattino” dal capogruppo dei liberali nel parlamento di Strasburgo, il belga Guy Verhofstadt. Al contrario, il candidato favorito per la conquista della segreteria del Pd, intervistato da Massimo Giannini su Radio Capital, affonda il colpo, facendo notare l’inedita drammaticità della scena di un parlamento europeo semi vuoto di fronte ad un capo di governo e incolpando, in pratica, lo stesso Conte, e l’esecutivo gialloverde da lui presieduto, di essere i colpevoli del crollo della credibilità Italia in Europa e nel mondo.

Nicola Zingaretti: ‘Non applaudo a Verhofstadt, ma è stata solo una polemica accesa’

Al contrario di quanto fatto dal suo compagno di partito Carlo Calenda, Nicola Zingaretti non prende le parti del premier italiano Conte, insultato da Guy Verhofstadt con il termine spregiativo di “burattino”. “Insomma, lei quasi applaude a chi ha detto burattino a Conte”, lo stuzzica infatti il conduttore di Circo Massimo. E il candidato alla segreteria Pd non si fa certo pregare per sparare contro il governo italiano e prendere le parti di quello che la maggioranza degli italiani considera il ‘diffamatore’ belga. “Io non applaudo - risponde Zingaretti - ma condivido il fatto che noi stiamo pagando in maniera drammatica, soprattutto i cittadini italiani stanno pagando il fatto che il governo ha una maggioranza parlamentare, ma in realtà quello che prevale sono gli interessi di due partiti che decidono tutto, sulla base degli interessi di due partiti e non sulla base degli interessi del nostro Paese.

Questo è il dato drammatico - prosegue il probabile successore di Renzi al Nazareno - che ci ha portato, in nove mesi di governo, ad avere i dati economici, del lavoro e dello sviluppo che conosciamo. Ed è anche imbarazzante che, di fronte a questa tragedia degli italiani, si continui a far finta di niente, a fare selfie o a costruire polemiche solo perché dentro a un parlamento c’è stata una polemica accesa tra un capogruppo (Verhofstadt) e un capo di governo (Conte)”.

‘Sceneggiata contro Verhofstadt che esprime in maniera libera le sue opinioni’

Restando sempre sul tema degli insulti a Conte a Strasburgo, Nicola Zingaretti ricorda di aver ricoperto la carica di parlamentare europeo per quattro anni, ma di non essere mai venuto a conoscenza, né avere assistito, alla “cosa drammatica” rappresentata dall’aula del parlamento europeo “vuota” durante il discorso del premier italiano.

Segno evidente, chiosa Zingaretti, del “crollo della credibilità del nostro Paese”. Il favorito nella corsa alla segreteria Pd si dice sorpreso del fatto che M5S e Lega “si lamentino per quella parola detta da Verhofstadt”, facendo il paragone con quanto accaduto alcuni anni fa, quando i parlamentari europei leghisti contestarono duramente l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Per lui, insomma, quella messa in piedi dalla maggioranza sarebbe solo una “sceneggiata” contro una persona, Verhofstadt, la quale “esprime ancora in maniera libera le proprie opinioni”.