Il nuovo corso del Pd targato Nicola Zingaretti si apre esattamente come lo aveva chiuso il suo predecessore al Nazareno Matteo Renzi: con una alleanza con Silvio Berlusconi e i partiti di centrodestra in Sicilia. In primavera, infatti, è prevista una mini tornata di elezioni comunali in alcuni centri dell’isola (il 28 aprile in 34 Comuni) e, come già accaduto nel recente passato, il Partito Democratico ha scelto di correre in ticket con quelli che dovrebbero essere i suoi avversari naturali pur di sconfiggere l’odiato M5S. I casi più eclatanti, per quanto riguarda le elezioni sicule, si prospettano quelli di Gela, Bagheria e Monreale.

Nicola Zingaretti sceglie Silvio Berlusconi pur di battere il M5S: il caso Gela

Quello chiuso dal Pd con Forza Italia in Sicilia, dove comanda ancora il renzianissimo segretario regionale Davide Faraone, non è un accordo programmatico, ma raggiunto caso per caso. A Gela, ad esempio, città sede del petrolchimico, i Dem sosterranno, insieme a Forza Italia, l’ex candidato ‘portato’ dallo scomparso dalla sena Angelino Alfano. La città che ha dato i natali all’ex governatore Rosario Crocetta, già conquistata nel 2015 dai pentastellati (il loro sindaco Domenico Messinese fu cacciato dopo appena sei mesi per non essersi tagliato lo stipendio), rischia di diventare il primo centro siciliano ad essere amministrato dalla Lega, se il candidato di Salvini e di Fd’I dovesse riuscire a spuntarla, come sembra.

Per questo il Pd di Nicola Zingaretti ha deciso di ‘correre ai ripari’ facendo la bella pensata di mettersi a sostenere, insieme a Silvio Berlusconi, l’ex candidato alfaniano Lucio Greco.

Bagheria e Monreale: Pd insieme al centrodestra

Molto simile al caso Gela, per certi versi, anche quello di Bagheria. Anche nella cittadina alle porte di Palermo il M5S era riuscito a sfondare.

Poi, nel 2017, il sindaco pentastellato Patrizio Cinque si era autosospeso dalla carica perché indagato per un presunto giro di affari sporchi sui rifiuti. Ci aveva poi pensato Luigi Di Maio in persona a cacciarlo dal Movimento. E il Pd che cosa ha pensato bene di fare allora? Ma naturalmente di appoggiare come suo candidato Filippo Tripoli, uomo considerato vicinissimo a Saverio Romano, storico braccio destro di Totò ‘vasa vasa’ Cuffaro, nonché ex ministro dell’Agricoltura con Silvio Berlusconi premier.

Anche a Monreale si ripete quasi lo stesso schema: il ‘nuovo’ Pd di Nicola Zingaretti spinge per Alberto Arcidiacono sindaco, uomo sostenuto anche da pezzi di Forza Italia e, soprattutto, dalla lista di destra del governatore Nello Musumeci. A fare notizia, però, è il fatto che Sandro Russo, fratello del leader locale del Pd Silvio Russo che ha optato per la svolta a destra, è il dipendente del Caf di Palermo divenuto tristemente famoso perché ‘beccato’ dalle telecamere di La7 mentre elargiva consigli su come aggirare illegalmente le regole del reddito di cittadinanza.