Luigi Di Maio è finito al centro di una vera e propria bufera social. Su Twitter sta dilagando un hashtag #DiMaiobasta che è diventato un vero e proprio contenitore di giudizi poco lusinghieri per il leader pentastellato. Il tutto pare essere una conseguenza delle frizioni che stanno rinascendo tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle e che rischiano mettere a serio repentaglio quella che sembrava ormai una prospettiva certa, ossia la formazione di un Esecutivo sostenuto da una maggioranza Pd-M5S.
Sulla vicenda, con un tweet, è intervenuto il leghista Claudio Borghi che ha commentato l'onda di critiche (e talvolta di insulti) indirizzata al capo politico grillino come un qualcosa su cui ci sarebbe la longa manus della propaganda social di Matteo Renzi e, allo stesso tempo, ha lanciato dubbi sulla possibile esperienza governativa tenuta in piedi da Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle.
Pd infastidito da ultimatum Di Maio
E' noto come la conferenza stampa di Luigi Di Maio di ieri pomeriggio abbia reso evidente la possibilità che l'intesa tra Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico possa saltare prima ancora di dar vita al Governo. Il leader pentastellato ha, infatti, messo in chiaro come ci siano venti punti che, per il suo movimento, non sono priorità ma condizioni imprescindibili. Dal taglio dei parlamentari alla dismissione degli inceneritori, passando per la revoca delle concessioni autostradali, solo per citare alcuni dei temi sui quali i grillini non hanno alcuna intenzione di transigere o mediare.
Il modo di porsi di Di Maio è stato visto come un ultimatum maldigerito dal Partito Democratico e rincarato da un concetto chiaro espresso con termini molto vicini a: 'O è così o si va al voto subito".
Borghi tira in ballo Renzi
Dopo tali dichiarazioni si è scatenata una vera e propria bufera mediatica, dietro cui, però, il leghista Borghi insinua che possa esserci propaganda social di una figura precisa: quella di Matteo Renzi. Un pensiero singolare se si considera che proprio l'ex premier è stato uno dei maggiori fautori di una possibile intesa Pd-M5S, sulla base della necessità di dare al Paese un governo che, in questo momento, sia quantomeno di responsabilità in una fase in cui va scongiurato l'aumento dell'Iva e varata una legge di bilancio.
"L'attacco social a Di Maio #dimaioBASTA - scrive Borghi - è di grande violenza, orchestrato come la propaganda social di Renzi sa fare e dovrebbe fer capire molte cose a chi pensa che questo governucolo, se mai partisse, possa durare". Parole tese a sottolineare che un eventuale esecutivo "giallorosso" sarebbe destinato a nascere con spaccature sufficienti a comprometterne da subito il lavoro.
L'attacco social a Di Maio #dimaioBASTA è di grande violenza, orchestrato come la propaganda social di Renzi sa fare e dovrebbe fer capire molte cose a chi pensa che questo governucolo, se mai partisse, possa durare.
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) 31 agosto 2019