Gianluigi Paragone può considerarsi espulso in maniera definitiva dal Movimento Cinque Stelle. Il senatore, nelle scorse settimane, si era opposto alla legge di Bilancio e non aveva votato a favore del nuovo governo con il Partito Democratico. I probiviri pentastellati avevano decretato la sua espulsione. Decisione che, adesso, è stata confermata anche dal "Comitato di Garanzia". Adesso resta da capire se l'ex giornalista televisivo proverà ad ottenere ragione presso la giustizia ordinaria. Nel frattempo sono arrivate le dichiarazioni di Matteo Salvini che è sembrato aprire le porte alla possibilità che Paragone in Senato possa abbracciare il Carroccio.

Paragone espulso dal Comitato di Garanzia del M5s

Gianluigi Paragone veniva considerato uno dei così detti 'malpancisti' all'interno del Movimento Cinque Stelle. Il senatore faceva parte di quella pattuglia di parlamentari che avevano il mal di pancia nei confronti di quello che era ed è l'andazzo preso dalla politica grillina negli ultimi mesi. In particolare Paragone aveva puntato il dito sul fatto che si era tradito il programma elettorale andando a sposare il Partito Democratico e mettendo in atto politiche che il movimento, sempre dichiaratosi anti-establishment, in precedenza combatteva. Una sorta di tradimento di se stessi. Dopo la decisione di votare contro la legge di Bilancio, a suo avviso, troppo piegata alle volontà di Bruxelles e poco alle esigenze dei cittadini, è maturata la decisione da parte dei probiviri di espellerlo.

Adesso la decisione del Comitato di Garanzia sembra segnare la definitiva chiusura delle porte da parte dei pentastellati. Una decisione che Paragone potrebbe non accettare, considerando che ritiene gli organi in conflitto d'interessi. La motivazione risiede nel fatto che a giudicarlo per avere votato contro l'esecutivo sono diversi membri della squadra di ministri di Giuseppe Conte.

L'ultima possibilità resta il ricorso alla giustizia ordinaria.

Paragone ha lavorato a La Padania

Gianluigi Paragone nel suo passato da giornalista ha lavorato La Padania, giornale della Lega. Questo, per molti, rappresenta l'evidenza del fatto che le sue idee potrebbero essere non lontane da quelle del Carroccio. Tuttavia, nel recente passato ha dichiarato che non potrebbe mai fa parte di un partito che sarebbe pronto ad accettare Draghi alla presidenza del Paese.

Nel frattempo, però, sono arrivate le dichiarazioni di Matteo Salvini all'Ansa che non ha chiuso le porte al senatore, anzi. “Le porte della Lega - ha dichiarato -sono aperte per chi crede nel cambiamento e non vuole abbracciare Renzi e Zingaretti”.