L'esito del referendum del 20 e 21 settembre ha disposto il taglio dei parlamentari. Un'ipotesi ormai divenuta realtà a cui, però, potrebbe aggiungersi la riforma elettorale a cui puntano Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Proiettando questo scenario su quella che è la situazione del consenso raccontata dai sondaggi si può ipotizzare il Parlamento virtuale che si andrebbe a costituire qualora si votasse nel breve termine. Occorre, però, ricordare che andando a naturale scadenza l'attuale legislatura arriverebbe fino al 2023.

Sondaggi politici-elettorali proiettati sul futuro

La riforma elettorale che è nei pensieri di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle prevede un sistema proporzionale "sbarrato al 5%". Oggi i numeri di Tecné dicono che la Lega è ancora il primo partito con il 26,2%. Numeri che restano importanti, seppur lontani dal picco di consensi ottenuto dal partito guidato da Matteo Salvini. Basti pensare al 34% alle europee. Seguita al 20,1% dal Pd. Al terzo posto Fratelli d'Italia con il 15,7%, al quarto il Movimento 5 Stelle al 15,7% e Forza Italia al 7,1%. Alla Camera entrerebbero perciò solo cinque partiti se si considera che a seguire ci sono Italia Viva (3,5%), La Sinistra (2,5%), Azione (1,8%), +Europa (1,8%) e Verdi (1,6%).

Lega - Fratelli d'Italia: alla Camera eventuali numeri importanti

L'analisi dei dati fatta da Tpi racconterebbe che presso la Camera dei Deputati Matteo Salvini e Giorgia Meloni potrebbero contare su 193 deputati tra Lega e Fratelli d'Italia. Il dato salirebbe fino a 227 andando a considerare anche gli altri della coalizione.

Un numero davvero consistente se si considera che dopo il taglio si passerà da una Camera composta da 630 unità a 400. Se si considera la nuova proporzione rispetto al numero complessivo dei componenti dell'organismo, si capisce quanto rilevante possa essere una discrepanza tra maggioranza e il resto degli schieramenti di 27 potenziali votanti.

Occorre comunque precisare che, al momento, la legge elettorale è ancora in corso di discussione e c'è un dibattito relativo allo sbarramento. Si starebbe, infatti, valutando l'ipotesi di dare comunque un "diritto di tribuna" a realtà più piccole. Senza dimenticare che la decurtazione dei parlamentari scatterà solo che saranno state effettuate nuove elezioni che, senza interruzioni anticipate della legislatura, sono previste come detto per l'anno 2023.